Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo dei loro azionisti; di fatto i direttori si succedono a discrezione di Musso– lini, che li trasferisce da un giornale all'altro come se si trattasse di pubblici impiegati. Il dittatore da notizia delle dimissioni di un direttore e della nomina del suo successore prima ancora che il poveretto abbia saputo della sua sostituzione. I direttori del Corri·ere della Sera e della Stampa sono stati cambiati con questo sistema ben tre volte. 8 Sotto il vecchio regime, in ciascuna provincia c'era un'associazione avvo– cati e un'altra di procuratori. Queste due associazioni agivano come custodi dei canoni etici della professione legale. Chiunque esercitasse la professione legale, senza distinzione di partito, poteva ottenere l'iscrizione e quindi parte– cipare all'elezione del comitato direttivo. Dopo che la legge 3 aprile 1926 ebbe creato in ciascuna provincia una associazione di avvocati fascisti, le vecchie associazioni non furono sciolte ma continuarono ad esistere e ad includere tra i loro iscritti avvocati che non erano fascisti. Ma il regio de– creto 6 maggio 1926 stabilf che tutti gli avvocati dovevano prestare giura-, mento impegnandosi ad adempiere i propri doveri professionali in confor– mità con "gli interessi superiori della Nazione"; inoltre si dava facoltà ai comitati direttivi della nuova associazione fascista di proporre alla presi– denza delle vecchie associazioni non politiche in ciascuna provincia la can– cellazione dall'albo di tutti "coloro che abbiano svolto una pubblica attività in contraddizione con gli interessi della Nazione." Tale provvedimento ven– ne integrato da un altro regio decreto, del 26 agosto 1926, il quale stabiliva che la cancellazione dall'albo poteva essere motivata "da quei fatti, che, pur riferendosi al passato, si riflettono con le loro conseguenze morali tuttora nel presente" (art. 26). Di conseguenza un avvocato che nel passato avesse commesso un peccato di antifascismo veniva a trovarsi sotto la minaccia per– manente di cancellazione, perché i dirigenti dell'associazione fascista pote– vano sempre sollevare contro di lui un passato le cui conseguenze si riflet– tevano tuttora nel presente. Lo stesso decreto autorizzava il governo a scio– gliere i direttivi delle vecchie associazioni affidandone l'amministrazione a commissari straordinari, i quali, naturalmente, erano zelanti fascisti. 9 Nel dicembre 1926 i nomi di ventotto avvocati furono radiati dall'albo della provincia di Roma "per avere manifestato ostilità al regime. " 10 Nel giugno 1927 venne inviato a tutti gli avvocati della provincia di Roma un questionario con il preciso ordine di rispondere a tutte le domande. La prima s Ecco in che modo tale sistema viene descritto in GoAD, The Making of the Corporate State, cit., p. 64: "I giornalisti, quando sia riconosciuta la loro appartenenza a una vera associazione attenta nell'ammissione di nuovi iscritti, godono di speciali privilegi." In "Forward" (Glasgow), 9 agosto 1930, Sir Leo Chiozza-Money esibf all'ammirazione e all'invidia dei gior– nalisti britannici il fatto che "nessun giornalista italiano può essere licenziato senza sei mesi di stipendio." Fosse stato meno ignaro di cose italiane, Sir Leo avrebbe saputo che già prima della guerra esisteva in Italia un accordo collettivo tra i giornalisti e le amministrazioni dei giornali, in base al quale questi al momento del licenziamento ricevevano una indennità uguale non a sei mesi di stipendio, ma ad un mese di stipendio per ogni anno di servizio. I giornalisti avevano diritto a questa indennità anche se si dimettevano dal giornale a causa di un muta– mento nel suo indirizzo politico. Oggi una tale clausola non ha ragione di essere. 9 F. L. FERRARI, La profession d'avocat en Italie sous le régime fasciste, in "Journal des Tribunaux" (Bruxelles), 28 aprile 1928. 10 "Manchester Guardian," 24 dicembre 1926. 80 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=