Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f asdsmo mente secondaria." Il 9 settembre 1929, il Comitato intersindacale centrale, presieduto dallo stesso Mussolini, esaminò la proposta di autorizzare i fun– zionari sindacali a nominare dei fiduciari di fabbrica. Su iniziativa del segre– tario generale del partito e del ministro delle Corporazioni, il comitato re– spinse "il principio e l'attuazione" della proposta. Tuttavia ebbe la bontà di riconoscere la necessità di rendere piu spedita la soluzione delle controversie individuali. Tale obiettivo poteva raggiungersi se, in sedi separate dagli uffici direttivi dei sindacati, i direttivi delle associazioni datori di lavoro e dei sindacati di lavoratori avessero nominato delle "commissioni per la conciliazione" a cui fosse affidato il compito di risolvere le vertenze indivi– duali. Ma rimaneva sempre inteso che gli operai scelti per tali commissioni non dovevano essere considerati come delegati operai: essi erano i delegati dei direttivi delle organizzazioni legali e non avrebbero potuto trattare "ver– tenze che riguardino le aziende nelle ,quali sono interessati o impiegati. " 8 La vittoria arrise cosf ai datori di lavoro, i quali non avevano nessuna inten- , zione di accettare nelle loro fabbriche rappresentanze operaie. Anche Fioretti apparve completamente soddisfatto con tale soluzione del problema: Non è il caso di drammatizzare la scomparsa dei fiduciari (...) Sopra tutto non si parli, per carità, di trionfi e di sconfitte. Nella questione dei "fiduciari" non ci sono vinti e vincitori ma c'è una direttiva chiara ed esplicita da seguire: giungere al rispetto integrale· dei patti di lavoro e (...) portare sempre uno spirito di lealtà fascistal Le "commissioni per la conciliazione" cominciarono a funzionare in ottobre. Se dobbiamo prestar fede alle statistiche fasciste, alla fine di dicem– bre queste commissioni avevano risolto 54.775 casi, mentre 2.089 casi erano deferiti ai tribunali ordinari. 10 Su 26.299 vertenze sorte tra datori di lavoro e lavoratori nel settore agricolo nel 1930, 15.744 furono risolte dalle commis– sioni per la conciliazione e 4.795 demandate ai tribunali, dove la procedura rimase lenta e complicata come prima. Di questi 4.795 casi del settore agri– colo portati in giudizio nel 1930, solo 1.273 furono definiti nello stesso anno. 11 Su 7.341 casi portati davanti ai tribunali dalle organizzazioni agricole nei primi dieci mesi del 1932, solo 2.555 - un terzo circa - erano stati definiti nel gennaio 1933. 12 In quello stesso mese, prendendo l'insieme di a "Industria! and Labour Information,,, 30 settembre 1929, p. 450. [Cfr. il testo originale dei documenti qui cit. in "Il Lavoro Fascista," 10 settembre 1929: N.d.C.] 9 "Industria! and Labour Information,,, 30 settembre 1929, p. 455. Piu ampie informa– zioni su questo episodio in RosENST0CK-FRANCK, L'économie corporative cit., pp. 73, 102 sgg. [Cfr. il testo originale delle dichiarazioni dell'on. Fioretti in "Il Lavoro Fascista, 11 11 set– tembre 1929: N.d.C.] 10 "Corriere della Sera, 11 6 aprile 1930. 11 Ibidem, 27 settembre 1931. 12 "Sindacato e Corporazione," gennaio 1933, pp. 47, 67; febbraio 1933, p. 253. Questi sono i dati ufficiali. Quale sia la verità, è probabile che nessuno effettivamente lo sappia. In una intervista al corrispondente del londinese "Times," 30 novembre 1932, Mussolini affermò che a partire dal 1927 erano state risolte 18.633 controversie. Se per i primi dieci mesi del 1932 le sole organizzazioni agricole avevano avuto 2.555 delle loro vertenze giudicate dalla magistratura, come è possibile che questa in cinque anni e per tutto il complesso di datori di lavoro e lavoratori dipendenti avesse emanato sentenze per 18.633 cause soltanto? Parlando al Consiglio nazionale delle corporazioni, il 17 gennaio 1933, Roberti affermò che nel 1932 la magistratura aveva risolto 2.818 vertenze tra tutte le organizzazioni ("Lavoro Fascista, 11 18 76 Bibloteca Gino Bianco

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