Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo per unirsi ai garibaldini: fra questi era Tommaso Senise. Ma intanto i ga– ribaldini erano respinti e sbandati a Mentana. Perciò quei giovani dovettero tornarsene a Napoli senza avere fatto nulla. Per questa impresa Tommaso Senise si faceva passare per uno dei creatori dell'Italia; e a furia di ripe– terlo, si convinse di essere il continuatore autorizzato della tradizione eroica garibaldina. E quando mori, lasciò nel testamento che ai suoi funerali si suonasse l'inno di Garibaldi! Durante la guerra, un figlio del Senise fu chiamato alle armi, e si im– boscò nel deposito cavalli di Caserta. Quando questo rampollo dell'eroe si mise in treno per andare a... Caserta, il padre e i membri della deputazione provinciale di Napoli andarono a salutarlo al treno. Il padre lo avvolse nel tricolore, e gli raccomandò solennemente di mostrarsi degno dell'Italia e del padre suo. Costui fu senatore, e per molti anni presidente dell'amministrazione pro– vinciale di Napoli. Un paese, la cui classe dirigente dà questi documenti di fatuità, non può vivere libero in un mondo come quello dei nostri giorni. Ben pochi fra gli uomini, che in Italia vanno per la maggiore, sono piu seri oggi di Tommaso Senise. Fortunato, che è amicissimo di Nitti, dice che Nitti era sicuro nell'estate scorsa di tornare al Ministero nel novembre 1922. Aveva sempre sperato di riprendere il governo con l'appoggio dei socialisti e degl'industriali del Nord. Vedendo battuti i socialisti dai fascisti, fece nell'estate delle avances ai fa– scisti: e fu respinto sdegnosamente. I giornali, infatti, hanno pubblicato {non ricordo piu bene se nel settembre o nell'ottobre) qualcosa su quest'ar– gomento. Ieri sera venne da Fortunato il comm. Sansone, che fu prefetto di Na– poli al tempo di Nitti e fu messo a riposo, caduto Nitti, per accusa di nit– tismo. Non è, quindi, testimone esente da sospetto. Nel 1919 - egli diceva - avevamo appena 21 mila carabinieri, e 7 mila questurini buoni a niente. Si aumentarono i carabinieri; e si istituf la guardia regia: e cosf nel 1920 avemmo un esercito di 100 mila armati. Nella fretta della prima organizzazione delle guardie regie, si commise qualche errore, scegliendo persone disadatte; ma ben presto, gli elementi di scarto furono eliminati, e fra il 1920 e il 1921 si organizzò un corpo di guardia regia, ot– timo sotto tutti i punti di vista, fedele agli ordini ricevuti, indipendente dai partiti politici, obbediente ciecamente agli ordini del governo, qua– lunque fosse l'uomo che si trovasse al governo. Questa organizzazione è stata sciolta appunto perché non era né fascista, né comunista; ma era pronta agli ordini di chiunque la comandava oggi e l'avrebbe comandata in avvenire. Nel 1921 e nel 1922 è stata sempre di aiuto ai fascisti, perché que– sto era l'ordine ricevuto; e domani avrebbe potuto essere contro, se il go- 68 BiblotecaGino Bianco

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