Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo dare la responsabilità della politica estera a Sonnino, sia che questi avesse fatto politica slavofoba, sia che avesse dovuto eseguire il trattato di Ra- pallo. Il Mattino del 6 gennaio dà la notizia che il Consiglio dei ministri di Belgrado ha deliberato di registrare il trattato di Rapallo alla Società delle Nazioni, se i patti di Santa Margherita Ligure non sono ratificati dal Go– verno italiano entro 1'8 febbraio. Nella crisi franco-inglese per le riparazioni, i giornali fascisti hanno evidentemente ordine di fare campagna per la politica della Francia contro quella dell'Inghilterra. Anche De Viti ritiene probabile che vi sia un'in– tesa italo-francese; ma non riesce a indovinare su quale base. De Viti mi racconta di avere avuto stamani una conversazione con Bergamini. Questo briccone, che è stato uno degli istigatori piu malefici del movimento fascista, ha domandato a De Viti se gli pare possibile che duri a lungo il regime "illiberale" instaurato dal fascismo in un paese, come l'Italia, avvezzo alla libertà di stampa, al regime parlamentare ecc. Si do– leva specialmente della continua pressione sulla stampa: "chi non dice bene di loro, lo considerano come un oppositore; fra sei mesi non ci sarà piu in Italia un giornale che non sia ministeriale in modo assoluto; ogni notizia, che non piace loro, li mette in furore; impossibile fare un giorna– le in queste condizioni." E ha domandato a De Viti se un antico radicale, come lui, considera possibile la continuazione di un sistema di quel ge– nere. De Viti gli ha risposto che se i fascisti mantenessero una parte al– meno delle promesse fatte per le economie e per il riassestamento del bilan– cio, egli subirebbe per qualche anno la soppressione delle libertà pubbliche, salvo a riprendere la lotta per la libertà in un secondo tempo; il paese mostra di disinteressarsi dei problemi di libertà e di volere risoluti i pro– blemi finanziari; se i fascisti mancheranno a quest'aspettativa, il malcon– tento li travolgerà. Bergamini ha ripreso che certamente i fascisti manter– ranno una parte delle promesse: "non hanno idealità," ma sono pieni del– la volontà di lavorare e di fare, e molte cose faranno (quali cose? Bergamini, essendo ignorantissimo di questioni economiche e finanziarie, si illude co– me tanti altri); e dal momento che anche un liberale, un radicale, come De Viti, non crede possibile una lotta per le pubbliche libertà c'è da aspet– tarsi che il regime fascista durerà molto a lungo. E diceva queste cose con un senso di desolazione. De Viti ha portato il discorso sulla riforma della costituzione, di cui si parla in questi giorni. Bergamini pensa che qualche cosa veramente i fascisti preparano anche in questo campo. "Ma la riforma, di cui si parla in questi giorni," osserva De Viti, "porterebbe ad una vera e propria diminuzione del- 1'autorità regia." E Bergamini: "Se il re si adatta, che cosa potremmo fare noi per impedire ciò? " 66 BiblotecaGino Bianco

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