Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo re nelle mani i "congiurati"; Cattaneo l'approvò. Ma Lusignoli comandò che fossero lasciati. Lo fece di testa sua? Oppure perché da Roma Mus– solini era invitato a comunicare col Governo? Ecco un punto da chiarire. Alle 10¼ solamente Facta andò dal re. Che cosa sia avvenuto fra Fac– ta ed il re: Facta è un mentitore; e non c'è da fidarsene. Secondo Facta, il re gli avrebbe detto che lo stato d'assedio era misura grave da pensarci su. (Che cosa era avvenuto intanto? la minaccia fatta da Mussolini di se– questrargli la famiglia? l'intervento di Thaon de Revel? la notizia che il Duca d'Aosta era a Bevagna?) Amendola, che tende in tutti i modi a scu'-– sare il re, spiega il revirement del re colla ipotesi che Facta gli avreobe presentato la proposta senza energia, mostrandosi malsicuro del resultato; il re allora gli avrebbe detto che ritornasse al Consiglio dei ministri a rie– saminare la proposta. Facta, dunque, tornò a discutere nel Consiglio dei ministri. Il Con– siglio riconfermò la deliberazione. Ma questa volta il re rifiutò definitiva– mente. E questa fu la resa a discrezione al fascismo. Amendola pensa che si poteva facilmente resistere, se le autorità ci– vili e militari avessero avuto istruzioni nette cd energiche. Invece furono tutte abbandonate a se stesse. In molte provincie avevano da due anni la consuetudine di lavorare sempre a disposizione dei fascisti. Era naturale che ben pochi avessero un sentimento netto del dovere come Brambilla e Cattaneo. Interrompo la conversazione con Amendola, per prendere nota che in questo momento Giustino Fortunato mi assicura che nella notte Diaz andò dal re a dirgli che non si poteva fare assegnamento sull'esercito; nei giorni successivi fu preso dagli ... scrupoli di passare alla storia come tradi– tore! Quest'intervento di Diaz spiegherebbe il revirement del re. Fortunato mi assicura l'autenticità della notizia, avendola avuta dai parenti di Diaz. Delle trattative fra il re e Salandra, Amendola fu informato perché le comunicazioni telegrafiche erano intercettate dal ministro degl'Interni. Salandra, a nome del re, offrf a Mussolini la vicepresidenza del Consi– glio, il re metteva come sole condizioni che non si facessero per decreto reale né la riforma elettorale, né l'esercizio provvisorio. Mussolini rispose che il ministero voleva farlo lui. Amendola dice che don Sturzo gli ha affermato che Mussolini as– sunse con Cavazzoni l'impegno di non toccare le basi della proporzionale. Questa notizia è in contraddizione con quella datami da Donati. Amendola spera che l'esercito resti fedele al re, e sia possibile ristabilire l'ordine: pensa che il solo problema da risolvere sia di rimettere· l'ordine ad ogni co– sto. Bisogna non indebolire il "monarcato," affinché si possa con l'aiuto del re ristabilire l'ordine. Desidera un lungo periodo fascista, durante il qua– le si possa organizzare un'opposizione che ne sia l'erede. Esclude che il re abbia intrigato con D'Annunzio. Afferma che le autorità di Roma fece- 60 BiblotecaGino Bianco

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