Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui Prezzolini mi ha raccontato che, alcuni giorni prima del colpo di sta– to, un ufficiale suo amico venne a Roma a trattare una faccenda allo sta– to maggiore; e riferiva a Prezzolini di avere trovato tutti gli ufficiali di stato maggiore entusiasti del movimento fascista e convinti che l'esercito non poteva resistere al movimento (è naturale: lo avevano organizzato essi il movimento!); solo trovavano da ridire sui generali, a cui i fascisti si af– fidavano: De Bono, Sani, ecc. Queste critiche alle persone dei generali fa– scisti, non al movimento fascista, l'amico di Prezzolini le attribuiva alle solite gelosie militaresche. Prezzolini preoccupato di queste informazioni, andò a parlare con Malagodi la mattina della crisi, mettendolo in guardia contro i pericoli della situazione. Malagodi era assolutamente ottimista; guardò l'orologio (erano le dieci) e disse: "fra due ore, proclamato lo sta– to d'assedio, tutto sarà finito." Questo discorso spiega che Giolitti era, an– che lui, sicuro che sarebbe stato facile mettere a posto i fascisti. Anche Amendola, con cui Prezzolini andò a parlare, era certo che la sedizione sarebbe stata domata. E Prezzolini, come tanti altri, attesta che l'armamen– to dei fascisti era ridicolo: moltissimi non avevano che revolver; pochi fu– cili da caccia; alcune mitragliatrici; era facile spazzar via quella gente. Il rifiuto dello stato d'assedio fece precipitare la situazione. Zagari mi ha chiarito alcune notizie, che egli aveva dato a De Viti e che De Viti, la cui memoria è labilissima, aveva raccontato a me. Musso– lini andò in automobile da D'Annunzio a Gardone la notte della mobi– litazione, offrendogli la presidenza della repubblica; D'Annunzio rifiutò e tel~grafò al re la propria fedeltà. Mussolini telefonò che se il re, alla notizia dello stato d'assedio, che gli avrebbe sequestrati a San Rossore la regina ed i figli; e il re, impaurito, cedette. 10 Queste cose Zagari le ha sa– pute, non da Michele Bianchi, ma dall'ing. Ghezzi, che è uno degl'intimi di Mussolini, e che gli fu sempre vicino durante la crisi. Prezzolini ritiene che le "camicie verdi" sono finanziate da Casa Rea– le. Esse si diffondono specialmente nel Mezzogiorno, dove i partiti locali si dividono oramai, quasi ovunque, fra fascisti e nazionalisti. Giustino Fortunato mi dice che nel Mezzogiorno siamo tornati al– l'anarchia del 1860; l'abigeato rende impossibile il lavoro nelle campagne ai confini delle Puglie e Basilicata; la giustizia non funziona piu. Nitti non può mettere piu piede in Basilicata. Andò a Sarno nell'ottobre scor– so di sorpresa, di nascosto, aiutato da De Lorenzo, tanto per poter dire di aver fatto un discorso nel suo collegio. Il brindisi di Nitti che la Stefa– ni comunicò, non fu tenuto: fu inventato da Nitti per propiziarsi i fa– scisti. Anche Mario Ferrara, redattore del Mondo, mi diceva a Roma che i militari di professione sono scontenti della concorrenza fascista. Trovano 10 Sic. Il testo presenta delle correzioni che hanno lasciato il periodo monco, anche se ne è chiaro il significato. [N.d.C.] 57 BiblotecaGino Bianco

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