Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo creato in Sardegna uno stato d'animo rivoluzionario serio. Lussu prevede rappresaglie feroci, sgarrettamenti, uccisioni. A Cagliari, dopo la uccisione per opera delle guardie regie e dei fascisti di un povero artigiano, ci fu ai funerali una dimostrazione di 30 mila persone; e la Sezione combatten– ti è salita a 600 soci. Un governo, che volesse domare i fascisti, avrebbe m Sardegna a sua disposizione 20 mila uomini pronti a marciare. 9 28 dicembre, Napoli Lettera di un ufficiale, che sta al Ministero della guerra, comunica– tami da Giustino Fortunato. Mussolini rappresenta la piu forte volontà, ma ha bisogno degli esperti per non fare corbellerie. Cos1 ad esempio sarebbe avvenuto per l'esercito se non vi fosse stato Diaz (ad onor del vero) e Thaon de Revel che l'avessero temperato. Voleva nientemeno im– mettere il fascismo nell'esercito! e solo dopo vivaci discussioni e minacce di dimissioni, è venuto nella conclusione di farne soltanto un corpo per la pubblica sicurezza. E cos1 la nostra piu vitale istituzione potrà avvantaggiarsi della parte buona che ha il pro– gramma Mussolini, per quanto riguarda l'aviazione e i mezzi chimici di guerra. Non so se risolveranno anche il problema morale, che affligge l'esercito dal tempo del secondo Capo di S. M. in poi [chi è? Diaz?J. Per conto mio, non lo credo, perché la presenza di Diaz rappresenta un imperio dello Stato Maggiore nelle questioni militari. Oggi il problema militare è connesso molto piu di prima alla vita della nazione, e tutte le energie del paese devono poter essere utilizzate nell'esercito. Sembra serio, per esempio, che un valente ingegnere, direttore di fabbriche, esperto anche nel governo di uomini, venga nell'esercito, in caso di mobilitazione, col grado di ~ottotenente del genio? e cosi dei celebri professori di fisica, chimica, ecc.? Oggi in cui i mezzi scientifici di guerra vanno occupando un posto maggiore che per lo passato? Questa è una delle grandi que– stioni; altre ve ne sono, che lo Stato Maggiore nostro non vuol comprendere per meschine ragioni di egoismo di casta. Ho visto a Roma nei due giorni che vi sono rimasto, molta gente in– teressante; e non ho avuto il tempo di scrivere i miei appunti. Cercherò alla meglio ora di ricostruirli. Nicoletti mi disse che a Genzano, ne1 g10rm prima di Natale, c1 fu· un assalto fascista a negozi tenuti da socialisti, popolari, ecc. molte mi– gliaia di lire di danni; nelle notti successive furono tagliate a migliaia le viti nelle terre dei proprietari fascisti. Nicoletti s'incontrò nell'anticamera del sottosegretario alle Colonie, Marchi, con un colonnello, che veniva dal deposito di Arezzo e si diceva grande elettore di Marchi. Interrogato da Nicoletti "come andavano le cose," rispose di essere venuto a domandare a Marchi di accompagnarlo in un viaggio in colonia: la vita per lui, ad Arezzo, di"'.entava sempre piu difficile: i fascisti erano divenuti arroganti, ed esautoravano le stesse auto– rità militari. 9 Qui finisce il i\fimo dei sei quaderni del Diario. [N.d.C.] 56 BiblotecaGino Bianco

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