Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo private li ha lasciati liberi, perché gl'industriali non ne vogliono sapere! L'Epoca aveva invitato De Viti a fare articoli sulle questioni tributa– rie. Ma gli articoli mandati da De Viti non li ha pubblicati, perché erano di critica indiretta all'indirizzo antiagrario e industriale del De Stefani. 27 dicembre De Viti mi racconta di una conversazione da lui avuta con Sonnino durante la guerra. Sonnino cercò di· convincerlo della utilità della propria politica: la quale aveva due obiettivi: il dominio militare dell'Adriatico, e ottenere che al sistema prebellico nella penisola balcanica si sostituisse "una piu grande Serbia e una piu piccola Austria": all'Italia - disse Son– nino a De Viti - non conviene lo sfasciamento dell'Austria. Ieri fui a trovare Vincenzo Torraca. Torraca è amico di Lanzillo, che è uno degli aiutanti di campo di Mussolini. Lanzillo gli ha raccontato che nelle trattative sulla questione marinara, in cui Lanzillo rappresentava Mus– solini, il generale Giampietro, rappresentante di D'Annunzio, ha chiesto a Mussolini per D'Annunzio la promozione a... generale. Lanzillo ha chie– sto a Torraca se doveva comunicare una proposta cosf balzana a Musso– lini. Torraca gli ha detto di farlo, perché nominare D'Annunzio generale è liquidarlo nel ridicolo. Anche Torraca ha sentito che D'Annunzio fu buttato giu dal poggiolo dalla Baccara. Michelino Bianchi, uno dei capi del fascismo, nei primi mesi del 1921, fu licenziato dal Popolo, d'Italia per mancanza di fondi; passando da Ro– ma, domandò a De Falco, direttore del Giornale del Popolo, un posto; De Falco gli osservò che l'indirizzo del Giornale del Popolo era stato sempre rinunciatario; come poteva il Bianchi passare da il Popolo, d'Italia ad un giornale come quello di De Falco? Michelino Bianchi rispose che per par– te sua era pronto a mutare idee; la Dalmazia, Fiume, erano tutte corbel– leri~. Questo lo ha raccontato De Falco a Torraca. Forse la data è ine– satta. La cosa deve essere avvenuta nel 1920, e non nel '21. Edmondo Rossoni, nell'estate del 1919, viveva a Viterbo, dove capi– tanava il movimento estremista rivoluzionario: promosse un tumulto con– tro il sindaco Battaglia, con assalto al municipio, mal trattamenti al sin– daco, ecc. Questo lo raccontava da Torraca, ieri sera, Battaglia, figlio del sindaco di Viterbo. Torraca mi raccontava che nell'estate scorsa egli aveva pensato ad organizzare nel Mezzogiorno fra i combattenti un mdvimento antifascista: dapprima non si sarebbe parlato di indirizzo antifascista, si sarebbe dato alla propaganda e all'agitazione un carattere regionale, antiprotezionista, antifiscale; dopo qualche mese, quando i ferri fossero stati riscaldati, il mo- 54 BiblotecaGino Bianco

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