Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui Bonomi, se è lui l'autore, riconosce (p. 32) che "le forze di Pubblica Sicurezza dello Stato, anziché fronteggiare il fascismo, tutte le volte che esso violava le leggi, secondavano queste violazioni": della connivenza fra fascisti e autorità militari, non dice nulla: l'ha promossa proprio lui, se lui è l'autore dell'opuscolo! Nei fatti dell'ottobre vede "la sostanza di un pronunciamento mili- tare" (p. 34). . ; ! 1 ! Quanto all'avvenire, scrive: "il fascismo è, semplicemente, un movi– mento di reazione delle classi politiche ed economiche dirigenti, ed allora è destinato rapidamente a sparire, come sempre avviene di tutti i movi– menti di pura reazione, o il fascismo ha un contenuto sociale, è interprete delle masse che ha irregimentato, e allora diverrà l'erede del socialismo legalitario, costituendo quella democrazia del lavoro di cui oggi profon– damente si sente la mancanza in Italia. Mussolini, come animatore, può rispondere sia alle necessità dell'uno come dell'altro corno del dilemma; ma le sue origini, le sue tendenze istintive lasciano pensare ch'egli pro– penda assai piu per il secondo che per il primo corno del dilemma" (pp. 56-57). Ecco spiegato l'atteggiamento di Turati e C.i: sperano di tirare Mus– solini a sé con l'aiuto della massoneria. Interessante notare che a pp. 23 sgg. Bonomi vede nel fascismo due anime: "nelle grandi città i figli dei grandi industriali, dei grandi com– mercianti, unitamente ad una infinità di giovani appartenenti alla media borghesia, alle professioni liberali, agli impieghi pubblici e privati: idea– listi e romantici, indubbiamente in buona fede ecc." "Nelle campagne, per converso, aderirono ai fasci i figli degli agrari e tutti coloro che avevano veduto nel movimento socialista il nemico del proprio privilegio: non per adesione disinteressata, non ebbe carattere idealista e romantico di sorta: fu, anzi, adesione tipicamente e brutalmente interessata." E a p. 59 pensa che il fascismo, piegando verso la tendenza democratico-sociale, "sarebbe abbandonato dagli elementi agrari e reazionari." Dunque la ten,– denza democratico-sociale, cioè massonica e bonomiana, porterebbe alla col– laborazione fra i grandi industriali, i grandi commercianti, il proletariato intellettuale - cioè la burocrazia - e le organizzazioni operaie. Questo mi pare cominci già ad avvenire con le imposte messe sui proprietari fondiari e con la politica dei grandi lavori pubblici preparata dal ministro Carnazza. Ma il nucleo del problema è dato sempre dall'atteggiamento dei mili– tari: staranno con gli agrari-clericali, o con l'industrialismo massonico demosociale? A Milano 40 legionari dannunziani sono stati denunciati per associa– zione a delinquere: ci sono in essi un pregiudicato ex disertore, 2 pregiu- 51 BiblotecaGino Bianco

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