Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui tenti di non essere stati messi nel Ministero, e s1 atteggiano già ad oppo– sitori di Mussolini. Le proposte fatte da Mussolini al convegno di Londra sulle riparazioni sono quanto di piu ragionevole sia stato proposto finora sull'argomento. Che Mussolini debba darci il miracolo di una politica estera intelligente? 13 dicembre La Voce Repubblicana, 13 dicembre, pubblica la notizia di un "accor– do fra comunisti e fascisti.'' Piu che un accordo deve trattarsi di penetl"a– zione nel fascismo ordinata da Mosca ai comunisti. Ma non c'è da esclu– dere neanche un accordo tra Lenin e Mussolini per una politica antifran– cese e antijugoslava. La politica di Torretta era appunto una politica di accordo fra Italia, Russia, Germania, Turchia, Bulgaria, Ungheria. Mussolini, che ha man– dato Torretta a Londra, potrebbe seguire questa politica: alla quale occor– rerébbe una unanimità fra il governo, la borghesia e le organizzazioni ope– raie. Se questa fosse la realtà, la politica fatta da Mussolini a Londra servi– rebbe a preparare la rottura con la Francia. Ma probabilmente Mussolini non ha programma: improvvisa programmi alla giornata. E Lenin cerca di accerchiarlo, introducendo i comunisti nel fascismo. È un lav·oro di retroscena che per ora è poco chiaro; comprerò da ora in poi ogni giorno la Voce Repubblicana; e voglio mettermi in relazione con Schiavetti. C'è qui forse la possibilità di un grande sviluppo. L'Avanti!, 13 dicembre, parla delle riunioni fatte a Milano in questi gior– ni come dei "primi sintomi di lotta fra sindacalismo fascista e sindacalismo dannunziano." Ma ha due giudizi contradittori su questo tentativo: o me– glio un giudizio è contrario, e uno è... interrogativo. Ho voluto parlare con Berneri degl'intrighi di militari, che si mette– vano in relazione con anarchici. Berneri non ha idee molto chiare, spe– cialmente in fatto di cronologia, ed è difficile indurlo a precisare i parti– colari caratteristici. Mi ha spiegato che dopo il dicembre 1920, cioè dopo che D'Annunzio dové lasciare Fiume, capitarono spesso alla redazione del giornale anar– chico Il Grido della Rivolta, di cui egli era parte, dei legionari dannunzia– ni, reduci da Fiume, i quali lasciavano offerte, compravano opuscoli, ecc. Ber– neri rimase colpito da questo fenomeno; attaccò discorso con un sergente dei granatieri; e questi gli spiegò che D'Annunzio a chi veniva da Fiume ave– va dato la parola d'ordine della vendetta: dovevano tenersi pronti a parte- 47 BiblotecaGino Bianco

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