Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui Mi pare che non ci sia ragione di dubitare dell'efficacia della sua cooperazione alla soluzione del grave problema. Ecco il pensiero dei fascisti: Il Nuovo Paese del 7 novembre: Per Zaniboni rileviamo che non ha potuto smentire la nostra affermazione del– l'altro giorno e di stamane essere egli cioè proprio colui che non piu tardi di una set– timana fa si recava a Gardone per spingere Gabriele D'Annunzio a contrastare con ogni sua forza l'esperimento del Governo del Ministero Nazionale. Su questo punto, abbiamo la testimonianza inconfutabile del figlio del poeta Gabriellino D'Annunzio, che è stato incaricato di funzionare d'ora in avanti da diretto trait-d'union fra il Presidente del Consiglio e l'eroe di Fiume appunto per evitare le troppe interessate inframmettenze degli spodestati maneggioni, confederali o no. Nella Cremona nuova, riportato dal Corriere della Sera dell'8 dicem– bre, l'on. Farinacci attribuisce a Baldesi, Zaniboni e C.i lo scopo di "imprigionare il fascismo nel socialismo, i sindacati fascisti nella Confederazione del Lavoro." È vivacemente discussa la sincerità delle dichiarazioni fatte e dei propositi ma– nifestati dagli esponenti del movimento sindacale unitario; affermato che tale movimento è determinato solo dal fatto che le organizzazioni sindacali aderenti al partito socialista vanno sfasciandosi, che la Confederazione del Lavoro non rappresenta ormai piu che la minima parte dei lavoratori e che, viceversa, i sindacati fascisti vanno acquistando di intensità, di sviluppo, di serietà, si soggiunge, fra l'altro: I nemici di ieri sono e restano i nemici di oggi. Nulla in essi è mutato: né le convinzioni né le abitudini. Cercano - con tattica traditrice - di prenderci di fianco o di rovescio. Non dobbiamo prestarci all'infido giuoco. Il fascismo dal suo nascere ad oggi· segu1 una linea di azione, inflessibilmente diritta e coerente. Nessun approccio, ne~sun accordo, nessun modus-vivendi col nemico; o noi o lui, questa fu la nostra divisa, il simbolo dell'anima nostra di combattenti. Cos1 e per questo abbiamo vinto, e vincendo abbiamo compiuto una meravigliosa, grandiosa rivoluzione. Ascesi al potere non possiamo, non dobbiamo deviare. Dobbiamo seguire l'antica linea di condotta che ci ha portati alla vittoria. Sicuri che il proletariato verrà a noi, affluirà ai nostri Sindacati, si schiererà nelle nostre file, non dobbiamo aprire le porte a nessun Zaniboni e a nessun Baldesi o ad altri che fino ad oggi hanno militato nelle file avverse. Dobbiamo semplicemente metterli alla porta. Il Popolo d'Italia dell'8 dicembre scrive: Giuseppe Bastianini, vice-segretario generale del Partito Fascista e capo dell'Uffi– cio Stampa della Direzione del Partito ci ha fatto le seguenti importanti dichiarazioni: "Esistono delle ragioni ideologiche che escludono a priori ogni possibilità di ac– cordo tra le organizzazioni rosse e i nostri Sindacati. Difatti, come si potrebbe rag– giungere la cos1 detta unità sindacale che vuol dire unità di scopi, di metodi e di vedute, tra Edmondo Rossoni e Ludovico D'Aragona? L'on. Zaniboni e l'on. Baldesi, non hanno nessuna veste per trattare una questione simile. È evidentemente l'idea della mossa che è nata nella mente dell'on. Zaniboni dopo aver constatato l'infruttuosità di certi suoi discorsi presso qualche altissima figura che gode il rispetto di tutti gli italiani. Bisognerebbe fissare un punto: la Confederazione Generale del Lavoro è apolitica? E allora perché permangono nella direzione di essa i piu alti papaveri del Partito socia– lista regolarmente tesserati e autorizzati? Ed è possibile che costoro oggi pensino seria- 39 BiblotecaGino Bianco

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