Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fasci.,mo E sotto il 6 dicembre: "Il duce esamina ed approva il piano d'azione in Albania." Re Zogu se la cavò, e oggi si gode un meritato riposo insie– me alla sua Geraldina in Egitto. Ma, se Koçi gli avesse fatto la pelle, la "propaganda" avrebbe strombazzato che Mussolini, essendo italiano, era estraneo agli affari di Koçi, che era albanese. Carmine Senise, che servi sotto il direttore generale della pubblica si– curezza Bocchini, e gli successe nel 1940, racconta che Mussolini una volta dette al Bocchini l'ordine di far sopprimere Nitti, e un'altra volta quello di fare ammazzare un anarchico che risiedeva all'estero (Berneri? Bonomi– ni?). Il Bocchini non ne fece nulla, e il duce non insisté (Quando ero capo • della polizia: 1940-1943, Roma 1947, pp. 119-20). Possibile che del solo affare Rosselli, Ciano non abbia mai parlato col beneamato duce e padre della dolce sua consorte? Temeva forse di scandalizzarlo? Perché Emanuele insistesse a mettere fuori causa il duce, mentre tira– va dentro a proposito e a sproposito tanti altri, non è chiaro. Forse ritene– va sempre possibile che la famosa arma segreta di Hitler facesse "voltare la carta," e se questo avveniva, voleva poter dire che il suo obbligo di fedel– tà al duce l'aveva sempre rispettato. Comunque, è necessario tener presente che Mussolini non dové mai dare nessun ordine scritto con un processo verbale regolare. In certe fac– cende poche parole bastano. L'esecuzione degli ordini rientra poi nella competenza del basso personale. Ma quelle poche parole sono indispensabi– li. S'intende che sarebbe assurdo anche andare in cerca di un ordine scrit– to impartito da Emanuele a Navale, e d'un altro ordine scritto impartito da Navale a "Francesco" o a Métenier. Chi per ammettere un mandato aspetta di vedere un ordine scritto, datato e sottoscritto magari innanzi a un notaio, fa pensare che non c'è sordo peggiore di chi non vuol sentire. Il processo ai "cagoulards" Mentre tutto andava a catafascio in Germania e in Italia, Anfuso si trovava in Austria. Vi si nascose per quattro mesi; dall'Austria passò in Svizzera; dalla Svizzera in Francia. Qui, il 19 ottobre 1945, depose innan– zi a un commissario di pubblica sicurezza sui suoi rapporti coi capi dei cagoulards; il 9 novembre confermò innanzi al giudice istruttore la depo– sizione del 19 ottobre; e il 14 novembre presentò al giudice istruttore il suo memoriale. Intanto in Francia, alla caduta del regime pétainista, il processo con– tro i cagoulards era stato riaperto. Degli accusati per l'assassinio dei Ros– selli, furono rimessi in prigione Métenier, J akubiez e Puireux. Come ho già detto, Deloncle era nell'altro mondo. Tenaille era sparito sul fronte russo. Di Filliol, Bouvyer, Foran, Huguet, nessuna notizia. Il 6 giugmo 1945 Jakubiez, per "liberarsi lcJ coscienza," confessò la 624 BiblotecaGino Bianco

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