Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo resoconti resi sommari dalla scarsezza della carta, e resi miserevoli dalla inintelligenza o dalla mala fede (o inintelligenza combinata con mala fe– de) di molti resocontisti, quasi tutti passati a servire il regime post-fascista essendo stati fascisti fino al giorno prima. Mancandogli la conoscenza dei documenti e degli interrogatori subiti dall'Emanuele innanzi al giudice istruttore, l'Anfuso non solo si lasciò an– dare ad .affermazioni, che è facile dimostrare menzognere, ma confessò fat– ti che altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti e che, quando sieno associati ad altri fatti, lungi dal provare la sua innocenza e quella di Ciano, dimo– strano proprio la loro colpevolezza. Per giunta fabbricò argomentazioni che, combinate coi fatti conosciuti, ci fanno risalire nella ricerca delle responsa– bilità proprio alla persona di Mussolini. Anzitutto, i documenti del 29 gen– naio e 3 febbraio, marzo e 2 aprile 1937 dimostrano senza possibilità di dubbio che l'idea di sopprimere Bonomini e Carlo Rosselli risaliva almeno al gennaio 1937; anzi l'episodio Zanatta la fa risalire, per quanto riguar– dava Rosselli, alla fine del 1935 o al principio del 1936. La decisione di affidare l'esecuzione del mandato ai cagoulards fu presa nel convegno di Montecarlo, 22 marzo 1937. A questo convegno l'Anfuso (nn° 3 e 4) am– mette di avere partecipato con Emanuele e Navale. Non parla dell'affare Rosselli, ma parla delle armi che i cagoulards domandavano. Quale contro– partita offrivano per quelle armi? La soppressione di Rosselli. Questo ce lo dice il rapporto del 2 aprile, posteriore di poco al convegno del 22 marzo. Come è possibile allora che nel convegno del 22 marzo si sia parlato di tut– to meno che di Carlo Rosselli? Come è possibile che un bel giorno Ema– nuele si sia a caso, vergine, presentato a Ciano per dirgli che lui, Emanuele, vuole sbarazzarsi di Bonomini? Piu ridicola ancora è l'affermazione che i cagoulards abbiano gentil– mente offerto a Emanuele di scegliersi la vittima, e che Emanuele sia an– dato dal Ciano a "chiedere un nome," proponendogli di propria iniziativa Bonomini, e che quella proposta venne respinta da Ciano, ma Emanuele tornò una seconda volta all'assalto, e questa volta propose Carlo Rosselli! Ebbene, Ciano accettò o respinse questa nuova offerta? Su questo punto Anfuso tace. Ma il suo silenzio non diminuisce l'assurdità della sua versio– ne, la quale raggiunge il colmo del ridicolo, quando l'Anfuso ci dice che "evidentemente" i cagoulards uccidendo i due Rosselli agivano senza pre– venire Emanuele, "col solo scopo di fargli una sorpresa gradita" (n° 9). Rosselli, dunque, i cagoulards lo designarono da sé, e lo uccisero di loro libera iniziativa! Non si può esitare un attimo fra le escogitazioni ridicole di Anfuso e la auto-accusa esplicita di Emanuele. Quando legge sul Giornale d'Italia la notizia del duplice assassinio, Ciano sospetta, povero innocente, che sia stato "quel pazzo" a macchinare l'impresa; Anfuso, un po' meno innocente, non sa allontanare da sé il sospetto (n. 8). Eppure l'uno e l'altro sanno che Emanuele è specialista in attentati, fughe pericolose, sottrazioni di documenti, esecuz1om, scappi 620 BiblotecaGino Bianco

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