Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'assassinio dei Rosse/li di Emanuele?" Risposta: "L'Emanuele aspettava, da molto tempo, un avvenimento che potesse provare la sua intima dipendenza dal ministro degli Esteri. Dopo l'affare Rosselli, come egli mi disse piu tardi, si aspettava la promozione a generale e la piena protezione del ministro. Se allora non fosse stato severamente diffidato al punto di essere costretto, per non perdere l'amicizia del ministro, a dirigermi la lettera in cui rivendicava la re– sponsabilità del crimine commesso, egli sarebbe arrivato a proclamarsi compare e compli– ce del ministro: cosa che, del resto, abilmente, lo sospetto di aver cominciato a fare." 14) "Perché allora Emanuele non ha dichiarato di avere avuto l'ordine direttamen– te da Ciano e da me?" Risposta: "Perché paventava una esibizione della sua lettera." "E non sarebbe stato piu facile, allora, per lui, accusare subito noi due?" Risposta: "L'uo– mo non aveva prove, egli possedeva solo le prove del mio ininterrotto interessamento nei suoi confronti, e solo con queste non sarebbe riuscito a scrollare l'accusa dalle sue spalle; dirò di piu, ed è a sua difesa: che lo credo, ancora, capace di un'ombra di rimorso, e mi auguro per lui che egli abbia adottato questo sistema di difesa pensando che fosse il piu conveniente per lui, ma anche il meno grave per me." 15) "Non posso escludere che quando le indiscrezioni, circa l'uccisione dei Rossel– li, si allargarono (Emanuele non era difatti alieno dal ricercare una certa notorietà an– che per imprese del genere) Ciano mostrasse di esserne al corrente o, peggio, avesse la de– bolezza di dichiararsene padre autorizzato o lontano. Continuo però ad affermare che non solo Ciano non vi ha preso parte, ma che, in ogni tempo, l'ha con me biasimata, anzi ritenuta meritevole di sanzione." 11 È probabile che, data la sua natura impulsiva e gio– vanile, egli se ne sia fatto, casualmente, vanto come una delle riuscite operazioni di guerra di Spagna: impresa di cui andava orgoglioso. Se ne è vantato, non ne era re- b ·1 ,, sponsa 1 e. 16) "Negli anni successivi al 1937, Emanuele si trovò ad avere sulle spalle tutti i residui dei cagoulards trasferiti in Italia a seguito delle loro avventurose macchinazioni. Di essi non mi parlò che di sfuggita: solo, a varie riprese, mi pregò di interessare, at– traverso il ministro, il Ministero degli scambi e valute, perché volesse accordare a certi francesi residenti in Italia un permesso di esportazione di lana e cuoio che avrebbe do– vuto soccorrerli finanziariamente." 17) Emanuele aveva "una folla di nemici nello stato maggiore." "Accerchiato dai suoi nemici gli venne imputata prima una amministrazione irregolare delle sue attività spionistiche, ed infine di essersi fatto liquidare una certa somma a titolo di indennità di campagna in Grecia, quando in Grecia aveva messo piede, e di sfuggita, due o tre vol– te." [Dubito che "Grecia" sia un errore di memoria invece di "Spagna."] Durante que– ste congiunture, l'Emanuele invocava la protezione di Anfuso. "L'uomo alternava alle suppliche, che mi rivolgeva di venirgli in aiuto... una smorfia, dedicata al ministro e a me, che a ben considerarla si sarebbe detta ricattatoria. Gli è che, già allora, l'Emanue– le accarezzava il proposito di tenere il ministro degli Esteri e il suo capo gabinetto, nel– le torbide volute dell'affare Rosselli!" "Feci parte di queste mie impressioni a Ciano. Questi mi disse di non preoccuparmene." 18) "Il partito migliore, dopo quanto Emanuele aveva architettato con la trista faccenda Rosselli, sarebbe stato abbandonarlo e pregarlo di non farsi piu vedere. Era al– lora che avremmo dovuto liquidare l'Emanuele, o consegnarlo a un altro tribunale." "Cosi si sarebbe dovuto fare. E perché cosi non fu fatto? Ciano aveva scorto nella let– tera la rivelazione di un certo carattere [sic], anziché il premeditato mobile di uno sfrut– tamento della sua influenza. Sicché l'abbandonare Emanuele ai suoi avversari, che pul– lulavano sempre piu numerosi, non parve meritevole." "Emanuele si faceva in pezzi pet aiutare me e tutti i miei colleghi del Ministero nei contatti con le autorità militari, tnei lavori di ricerche, informazioni, sorveglianza, e in genere in tutto quello che poteva avere attinenza non solo col suo mestiere, ma col disbrigo di pratiche amministrative e perso– nali, che col sopravvenire della guerra divennero sempre piu numerose e urgenti.•~ 19) "Ciano mi lasciò l'uomo sulle spalle, e costui continuò ad essere da me assi– stito nelle sue incresciose vertenze [.. .J Nell'estate del 1942, egli mi fece sacrificare una buona parte del mio congedo L. .J per ottenere, attraverso una serie di colloqui con l'al- 617 BiblotecaGino Bianco

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