Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'assassinio dei Rosse/li zi al giudice istruttore, del 16 e 17 settembre 1944, tirò in ballo anche Anfuso e Pariani, ma mise fuori causa Mussolini. Negli interrogatori del 6 e 8 novembre, dopo la scoperta dei documenti al Ministero della guerra, tirò in ballo anche Roatta, Badoglio e Petragnani, ma continuò sempre a mettere fuori causa il beneamato "duce." In altre parole, allargava la mac– chia d'olio via via che le prove contro di lui si accumulavano, tirando in ballo sempre altri personaggi altolocati, contro i quali poteva credere che la giustizia fosse impotente; toccava a costoro portarlo a salvamento, se non volevano che lui "cantasse" ancora di piu; parlava del solo affare Ros– selli e delle imprese che risultavano dai documenti scoperti al Ministero della guerra, ma taceva su tutte le altre imprese di cui era a conoscenza, cioè se le teneva in riserva. Questa linea di difesa rende sempre piu stretto l'obbligo di non accettare nessuna delle affermazioni fatte da un tipo di quel genere, se non è convalidata da prove indipendenti, o almeno da neces– sità logiche interne. Ciò posto, sembra doversi anzitutto mettere fuori causa Badoglio. Cer– te faccende si combinano nel massimo segreto fra pochissime persone, e non si mandano strascicando in documenti scritti da un ufficio all'altro. Inoltre non c'era ragione di tenere al corrente su affari minuti, come la sop.– pressione di un fuoruscito, il capo di tutte le forze armate, come Badoglio: tanto valeva mandargli ogni giorno la lista di tutte le sentinelle che presta– vano servizio nell'impero mussoliniano. Quanto all'Angioy, il rapporto 3 febbraio 1937 fu certamente diretto a lui. Dunque egli sapeva quel che bolliva in pentola. Ma il mandato vero e proprio all'Emanuele lo dette proprio lui, come afferma l'Emanuele? Può essere stata tattica difensiva dell'Emanuele quella di nascondere la propria responsabilità dietro un ordine del suo superiore gerarchico, il solo al qua– le secondo "l'ordine dei servizi" egli doveva obbedire, e non a Ciano e Anfuso. È ben possibile che nell'accavallarsi delle competenze Ciano e An– fuso dessero ordini all'Emanuele anche senza seguire la trafila gerarchica, e che l'Angioy si sia limitato nell'affare Rosselli a leggere i rapporti del– l'Emanuele e del Navale, e lasciar correre. L'arte di lavarsene le mani è una delle meglio praticate nelle burocrazie civili e militari, e raggiunge i culmini della perfezione appunto nelle militari. In altre parole, l' Angioy fu, senza dubbio, responsabile negativamente e moralmente per non essersi opposto al progetto delittuoso di cui era informato, ma non c'è prova si– cura che sia stato responsabile anche positivamente e giuridicamente per aver trasmesso il mandato e avervi consentito esplicitamente. Se Angioy era informato, doveva informare alla sua volta il suo su– periore gerarchico, sottosegretario alla Guerra, Pariani. Ma anche a fa– vore di costui milita il dubbio di cui può profittare Angioy: dubbio, be– ninteso, che né per l' Angioy né per il Pariani elimina una responsàbilità morale, ma può eliminare o almeno attenuare la responsabilità giuridica, se è responsabilità morale e non anche giuridica il non vietare un delitto 613 BiblotecaGino Bianco

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