Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'assassinio dei Rosse/li ascoltare. Successivamente fu dato incarico all'Anfuso di prendere personalmente contatti cogli emissari. Ciò avvenne prima dell'uccisione dei fratelli Rosselli. Uno degli emissari francesi si chiamava Métenier [quello della bomba all'ÉtoileJ. Con questi io ebbi due in– contri, uno a Nizza, ed uno alla frontiera francese [.. .J Capi del movimento [dei cagou– lards] erano il maresciallo Pétain, che i cagoulards definivano capo spirituale; e l'ammi– raglio Darlan sul quale essi al principio facevano un grande mistero. 5) Un ulteriore colloquio avvenne fra gli emissari francesi e Anfuso a San Remo alla mia presenza e alla presenza del Navale. Anche in questa occasione i francesi espo– sero i loro programmi. Altri contatti col signor Métenier li ebbe il maggiore Navale. A costui i francesi chiesero armi, e fu svolta a questo proposito una pratica per accontentarli. 6) I primi contatti fra il maggiore Navale e i cagoulards furono occasionati dal fatto che il primo scopd. che essi avevano consumato in Italia, e precisamente fra Ponte San Luigi e Ventimiglia, l'omicidio in danno di tal Nikitin, di nazionalità russa. Il Na– vale tacque verso le autorità francesi, e anzi esercitò un'azione di protezione in favore degli assassini, assicurandosi cos1 le loro simpatie. Fu questo stato di cose che successi– vamente permise al Navale di ingaggiare i cagoulards per l'assassinio di Carlo Rosselli. 7) Dopo un certo tempo fu pubblicata la notizia del duplice assassinio, ed anche questa volta rimasi spiacevolmente sorpreso [sic], sia perché l'ordine era di uccidere uno solo dei fratelli Rosselli, sia perché io non avevo ritenuto di possibile attuazione l'impresa. 8) Appena pervenuta la notizia, io fui chiamato al Ministero degli esteri dall'am– basciatore Anfuso, che mi chiese conto dei particolari. Trovai presso l'Anfuso anche Ga– leazzo Ciano, ed anche questi si interessò ai particolari, che io però non potetti fornire prima dell'arrivo del maggiore Navale, che mandai a chiamare espressamente. Il maggio– re Navale, giunto l'indomani a Roma, narrò come erano andate le cose, e precisò che egli si era servito di elementi francesi, e precisamente dei cagoulards (parola che in ita– liano vuol dire incappucciati). Costoro erano associati ad un movimento clandestino, che faceva capo a Pétain e a Darlan, i quali erano gli ispiratori di una politica militarista simpatizzante per il fascismo e il nazismo. Maggiori particolari non mi furono forniti. 9) lo riferii ogni cosa a Ciano ed all'ambasciatore Anfuso, e debbo dire che il loro atteggiamento non fu di sorpresa ma di soddisfazione, mista ad un tanto di preoc– cupazione per le conseguenze. Ebbi anche la certezza che l'ordine trasmessomi dal co– lonnello Angioy proveniva esattamente dall'Anfuso. Ebbi anche l'impressione che Musso– lini fosse estraneo alla faccenda, giacché i due erano soprattutto preoccupati di quello che egli avrebbe detto e fatto. 10) Quanto al mio colloquio con Ciano e Anfuso, avvenuto dopo l'assassinio dei fratelli Rosselli, posso precisare che l'atteggiamento del Ciano era tale da mostrare chia– ramente che la decisione era sua. L'atteggiamento dell'Anfuso era quello del cooperatore. 11) Solo dopo l'arrivo di Navale, l'Emanuele poté dare "assicurazione che i ca– goulards non avrebbero fatto cenno dell'intervento italiano nella faccenda. Queste assicu– razioni tanto io [Emanuele] che il maggiore Navale le abbiamo fornite, ed io anzi le detti per iscritto, sotto forma di informazioni del servizio. Non conosco i nomi dei fran– cesi, ai quali il maggiore Navale affidò l'esecuzione." 12) Il Ciano pretese successivamente, tramite l'Anfuso, delle mie dichiarazioni nel– le quali si affermava che dalle informazioni del nostro servizio risultava che il delitto era stato commesso esclusivamente da elementi francesi, i quali infatti ne assunsero la paternità, e tacquero l'intelligenza e il mandato ricevuto dal maggiore Navale. 13) Faccio presente che, allorché avvennero. i fatti che condussero all'assassinio dei fratelli Rosselli, capo del Servizio informazioni militari (SIM) era il generale Roatta Ma– rio, e vicecapo del servizio stesso il colonnello Angioy Paolo. Trovandosi il generale Roat– ta in Spagna al comando d'una unità italiana, fu sostituito dal colonnello Angioy, e solo per questa ragione l'ordine relativo all'uccisione di Carlo Rosselli mi fu trasmesso da quest'ultimo. I contatti tra il SIM e il circolo Ciano-Anfuso-Bocchini [direttore gene– rale della pubblica sicurezza] erano effettivamente molto rari. Contatti diretti invece fra l'autorità militare e i sopradetti [Ciano e Anfuso] avvenivano a mezzo del sottosegretario 607 BiblotecaGino Bianco

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