Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo v1z10, gli aveva dato l'ordine di eliminare Carlo Rosselli. Egli aveva passato l'ordine al capo del centro controspionaggio di Torino, maggiore Navale, e questi aveva preso di– rettamente contatto con i cagoulards francesi, che avevano eseguito il delitto. L'iniziativa era partita dal ministro degli Esteri, Galeazzo Ciano, il quale aveva avocato a sé l'orga– nizzazione degli aiuti da dare a Franco nella guerra civile in Spagna (sentenza dell'Alta Corte di Giustizia, 12 marzo 1945 e CoNTI, op. cit., pp. 22, 24, 31). Come mai il generale Amé dette al giudice Robino quel bandolo, e co– me mai l'Emanuele contribuf, con tanta buona grazia, a dipanare la matassa? L'Emanuele aveva avuto una vertenza col SIM, dal quale gli era stata negata sotto accusa di malversazioni la promozione a generale, ed era ar.– rivato fino al Consiglio di Stato. Nel settembre 1944 era sul punto di prendere servizio nell'Alto Commissariato per la punizione dei delitti fascisti (CoNTI, op. cit., pp. 48, 52): con metodi cosf seri erano scelti gli "epuratori" ! Sembra che facendogli cadere sul capo il tegolo Rosselli, Amé abbia voluto impedirgli di entrare nel Commissariato e fare chi sa quante e quali rive– lazioni per vendicarsi della mancata promozione a generale. Quanto al– l'Emanuele, si può pensare che, interrogato a bruciapelo sull'affare Rosselli, abbia creduto che la polizia la sapesse lunga, e abbia "cantato" per far intravedere quali servizi avrebbe potuto rendere come epuratore; frattanto credeva di mettersi al sicuro, affermando di non avere fatto altro che ese– guire ordini del suo superiore nel SIM, colonnello Angioy, e del ministro degli Esteri Ciano. La matassa continuò a dipanarsi negli interrogatori, a cui l'Emanuele fu sottoposto il 16 e il 17 settembre (CoNTI, op. cit., pp. 257-69). Riproduco, quasi sempre, le parole dello stesso Emanuele, limitandomi a sopprimere le verbosità insignificanti e a dare al racconto un ordine cronologico e logico mancante nei verbali. 1) Durante la guerra di Spagna, e precisamente nel 1937, i circoli politici vicino a Ciano si preoccuparono dell'attività svolta a Parigi da Carlo Rosselli L. .J Non so pre– cisamente da chi fosse presa a carico del Rosselli una radicale e feroce decisione. Ma certo è che un giorno, in occasione della mia visita giornaliera al capo del SIM, l'allora colonnello Angioy Paolo, fui invitato a trasmettere ai miei dipendenti l'ordine superiore di far uccidere Carlo Rosselli. Sebbene spiacevolmente sorpreso [sic], provvidi a comuni– care le decisioni al maggiore Navale Roberto, allora capo del controspionaggio di Torino per la esecuzione. 2) La delittuosa decisione fu evidentemente presa dal solo Ciano, il quale in quel– l'epoca dirigeva ogni servizio militare e politico relativo alla guerra di Spagna. L'Anfuso era solo suo capo cli gabinetto e suo fidato funzionario. Anche io ebbi rapporti con Ciano e quindi con l'Anfuso, ma essi si riferivano al servizio. 3) Il colonnello Angioy ricevette l'ordine relativo all'assassinio di Carlo Rosselli dal sottosegretario Pariani, ma avverto che ciò lo deduco da alcuni fatti e soprattutto dal– la conoscenza del servizio, perché non lo appresi direttamente. 4) Durante la guerra di Spagna, emissari francesi si presentarono al maggiore Na– vale, e, nel metterlo al corrente del movimento clandestino, chiesero di essere presentati a qualche personalità politica. Il maggiore Navale mi parlò ripetutamente della cosa, ed io a mia volta ne parlai all'Anfuso e al colonnello Angioy. In un primo tempo l'Anfuso non aderf all'invito dei francesi, e si limitò a dirmi di mantenere soltanto contatti e di 606 BiblotecaGino Bianco

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