Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'assassinio dei Rosselli loncle fu messo in libertà provvisoria, perché doveva "servire la patria": e fu destinato a servirla nello stato maggiore francese per prepararvi, in combutta con gli altri agenti del CSAR, lo sfacelo del 1940. Il 31 maggio 1940, approssimandosi l'entrata dell'Italia nella guerra, Huguet, che era stato fino allora irreperibile in Italia, fu arrestato dai doga– nieri francesi, mentre cercava di entrare dall'Italia in Francia, avendo ad– dosso una bella somma di sterline, pesetas e lire (Times di Londra, 6 giu– gno 1940). Con l'avvento di Pétain al potere, tutti gli arrestati furono messi in libertà. Filliol tornò dalla Spagna, dove era rimasto irreperibile, come Hu– guet in Italia; nel 1944 fu di nuovo arrestato per ordine delle autorità te– desche; la moglie Alice Lamy si rivolse a Laval, e questi lo fece liberare, a condizione che partisse immediatamente per la Spagna: d'allora in poi non dette piu notizie di sé (deposizioni di Alice Lamy, 15 giugno e 3 novem– bre 1945). Tenaille, liberato, andò a combattere sul fronte sovietico sotto l'unifor– me tedesca, e quando vi fu ammazzato, ricevette da Pétain la legion d'onore (giornale clandestino La France, 17 settembre 1942). Deloncle, dopo essersi messo a servizio dei tedeschi, si mise contro di essi, e fu ammazzato dalla Gestapo, mentre tentava di resistere all'arresto. Métenier entrò nell'entourage del maresciallo Pétain, capeggiando il "Gruppo di Protezione" (G.P.) del maresciallo. Gli altri saranno stati anch'essi liberati coll'avvento di Pétain. Le ammissioni di Emanuele Nel settembre 1944, il giudice istruttore Italo Robino, che serviva nel– l'Alto Commissariato per la punizione dei delitti fascisti, interrogava il ge– nerale Amé, capo del SIM (Servizio Informazioni Militari, spionaggio e controspionaggio). In un momento, in cui il cancelliere era uscito, e il giu– dice era rimasto solo col generale, questi improvvisamente disse: "Perché non cercate di colpire i responsabili dei veri e propri delitti di sangue com– messi dal fascisn10? Rosselli, ad esempio I" "Rosselli?," domandò il giudice, "che sapete del delitto Rosselli? " "Io nulla, ma vi è un certo Emanuele, cre– do un ufficiale, che deve sapere molte cose." "Volete dire che... vi abbia . .., " "F I " E l' A . d 11 . . ' d' partec1pator orse. ammuto 1. nz1, a a ora 1n poi, nego avere mai detto quelle parole (C. CoNTI, Servizio segreto, Roma 1945, p. 22). Quando fu possibile rintracciarlo, quell"'Emanuele" risultò essere un colonnello dei carabinieri in pensione, già addetto al SIM. Fermato da un funzionario di pubblica sicurezza, prima di essere presentato al giudice istrut– tore dichiarò subito che mentre era a capo della terza sezione (controspionaggio del Servizio Informazioni Mi– litari (SIM) in un rapporto 1iornaliero, il colonnello Aniioy, capo interinale del ser- 605 BiblotecaGino Bianco

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