Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'assassinio dei Rosselli nata; nel cofano anteriore c'era una scatola di esplosivo a base di mercurio, fattura tedesca, alla quale un cordone Bickford avrebbe dovuto mettere fuo– co: la benzina del motore avrebbe fatto il resto; ma il fuoco si era incantato prima di arrivare al punto critico. La mattina dopo, 1'11 giugno, i corpi di Carlo e Nello Rosselli furono trovati altrove nello stesso bosco, in un fossato; accanto era un pugnale. Dal– la perizia necroscopica risultò che diciassette ferite, al torace, al braccio de– stro, sul dorso, al collo, erano state necessarie_per finire Nello; quattro era– no bastate per Carlo. Il 12 giugno una pettinatrice, 1'1lle Hélène Besneux, spontaneamente andò a deporre innanzi al giudice di Domfort (-lla cui giurisdizione appar– teneva Bagnoles-sur-l'Orne), che la sera del 9 giugno, passando in bicicletta nella foresta di Couterne, per la strada che portava all'Hotel Cordier, ave– va notato sull'orlo della strada una pozza di sangue; a poca distanza due automobili; su una di esse un uomo al volante; sull'altra, una Ford, due uomini; un quarto, che era a piedi, dopo averle dato una occhiata minac– ciosa, era montato nella prima macchina a fianco del conducente. Carlo Rosselli era andato alla stazione termale di Bagnoles, il 27 mag– gio, per curarsi una flebite contratta nell'autunno precedente in Spagna, du– rante la guerra civile. Impiegava la mattina nel fare la cura; lavorava nella sua camera fin verso le 5,30 pomeridiane; allora usciva sulla Ford a prendere aria per un paio d'ore; nel tornare all'Hotel, verso sera, evitava il traffico della strada maestra, percorrendo una via secondaria non molto frequenta– ta. Qualcuno aveva certamente studiato le sue abitudini per preparare l'ag– guato. Nello era: arrivato da Firenze a Bagnoles il 6 giugno. Fu ucciso perché si trovava col fratello: fu questo il particolare piu atroce di quel delitto infame. 1 , i l l La moglie di Carlo era venuta a stare col marito e col coinato il 7 giu– gno, ed era stata ricondotta da essi al treno per Parigi nel pomeriggio del 9. Se invece di partire per Parigi, fosse ritornata all'albergo, avrebbe avuto la stessa sorte di Carlo e di Nello. Gli amici di Carlo e di Nello, rispondendo alla domanda: cui pro– dest?, affermarono senza esitazione trattarsi di un delitto fascista, un se– condo caso Matteotti. La stampa mussoliniana, in Italia e fuori d'Italia, accusò: 1) gli anar.– chici; 2) i comunisti; 3) gli amici di Carlo. e Nello Rosselli, i quali, preoc– cupati dal pericolo che Carlo, intermediario suo fratello, tradisse la causa antifascista e tornasse in Italia, avevano fatto fuori l'uno e l'altro. Un attaché all'ambasciata italiana a Parigi, Amedeo Landini, scrivendo (16 giugno 1937) a Celso Luciano, capogabinetto del Ministero per la stam– pa e propaganda, osservò: 601 BiblotecaGino Bianco

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