Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Il futuro degli intellettuali in Italia i giornali, le riviste e i libri fungono da controllo reciproco, e la luce, per chi ha interesse a cercarla, filtra attraverso le loro contraddizioni. In un paese in cui la stampa è controllata da un solo partito, vengono ripetute soltanto le dottrine che il partito al potere mette in circolazione. Gli italiani hanno oggi inventato per la loro stampa un soprannome che si spiega da sé: la chiamano la "fabbrica dell'oscurità." A forza di nutrirsi di dottrine ufficiali, gli intellettuali italiani stanno perdendo a poco a poco il buon senso. Quando, nel 1931, fu proposto da un giornale italiano un referendum per stabilire chi, secondo i lettori, fosse il piu grande scrittore italiano contemporaneo, Arnaldo Mussolini, fratello del duce, ebbe piu voti di Benedetto Croce. Un economista di gran fama, che non legge piu i giornali italiani ma soltanto i quotidiani inglesi, dice: "Mi considero un inglese, obbligato a vivere nei Balcani." Ma questo è un lusso accessibile soltanto a quella pic– cola minoranza che conosce le lingue straniere ed è capace di procurarsi i giornali esteri. Sul resto della nazione la "fabbrica dell'oscurità" esercita un incontestato dominio. Un uomo vale tanto quanto sa. Se gli si proibisce di apprendere nuovi fatti e nuove idee gli si mutila l'anima e la gravità della mutilazione è pro– porzionata alla durata della sua ignoranza. Senza una libera stampa, un po– polo diventa cieco, sordo e muto. L'individuo si trova isolato al centro del– l'esistenza. Si torna inconsciamente al sistema medievale del clan. Vi regna una notte perpetua in cui vagano spiriti smarriti, vuoti di idee. Chiunque ottiene un passaporto e va all'estero, dopo essere stato parec– chi anni in Italia, è come abbagliato da una luce inaspettata. Una di queste persone mi disse: "Mi sento come quel monaco di Cracovia, di cui si parlò tanto in Europa verso il 1848; il quale, dopo essere stato punito con trent'an– ni di prigione in u~a cantina sotterranea, incapace di tollerare la luce, non , . , . ,, pote p1u cammmare. Prendete un giovane e fategli respirare un'atmosfera d'ignoranza, vio– lenza, paura, spionaggio, adulazione e buffoneria, nella quale non gli sia consentito avere idee indipendenti qualora voglia, non dico salire nella gerarchia sociale, ma essere lasciato semplicemente in pace nel suo ango– letto alla ricerca della verità, della bellezza e della giustizia; se la sua mente è estranea ai problemi morali, può dedicarsi alla .fisica, alla chimica, all'astro– nomia, alla costruzione di aeroplani, alla radio. Nessuno lo distm:berà nel suo laboratorio; può anche diventare presidente dell'Accademia d'Italia come Marconi, e andar ripetendo con lui che gli italiani godono di una libertà intellettuale illimitata. Ma non so se una mente abituata ad astenersi dai pensieri pericolosi si riconosca piu adatta· alla ricerca di laboratorio che una mente avvezza a dubitare degli assiomi in un'atmosfera di libertà. Castellino, un deputato fascista che è anche professore di medicina all'Università di Napoli, ha scritto sul Giornale d'Italia del 10 giugno 1928 che 581 BiblotecaGino Bianco

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