Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

E dopo Mussolini? minimo di libertà di parola e di stampa, la maggior parte di essi si doman– derebbe: "A che serve avere un re che ha perso ogni senso dell'onore? " Il dovere essenziale del re d'Italia era di imporre il rispetto della costitu– zione al di sopra dei conflitti tra i partiti. L'attuale re si è fatto complice di Mussolini nella distruzione della costituzione. Nessun italiano può avere fiducia in lui o nei suoi probabili successori. Sorgeranno correnti antimo– narchiche. La coalizione tra i capi militari, i fascisti infedeli, i politici pre– fascisti, il clero cattolico ed i grandi industriali finirà con l'essere solo un passo verso una repubblica italiana. Il sogno di Mazzini può diventare realtà assai prima di quanto ci si attenda. Certamente, i repubblicani italiani potrebbero non limitare il loro com– pito al ripristino dei diritti personali, delle libertà politiche e delle isti– tuzioni rappresentative. Potrebbero ricostruire il paese sulla base di un nuo– vo ordinamento economico e sociale. Porrebbero sotto il controllo della co– muni tà le grandi ditte industriali che non possono esistere senza protezioni tariffarie e sussidi governativi, offrirebbero ai contadini i diciassette milioni di acri appartenenti attualmente a dodicimila latifondisti parassiti, denun– cerebbero i patti lateranensi del 1929, determinando la separazione tra Chie– sa e Stato e concedendo eguale ed illimitata libertà a tutti i culti; appor– terebbero drastiche riduzioni alle spese militari e darebbero immediatamen– te corso ad un programma di educazione popolare. Se qualcuno vuol dare a queste riforme il nome di "rivoluzione sociale," può farlo, purché non gli dia quello di "comunismo." Esse sarebbero esattamente l'opposto del co– munismo, dato che creerebbero in Italia almeno due milioni in piu di pic– coli proprietari. Cos1 come stanno le cose, i grandi industriali senza le sovvenzioni che ricevono dal governo a spese del contribuente, farebbero bancarotta domani. I latifondisti traggono poco o nessun reddito dalle loro proprietà, in con– seguenza di tredici anni di sperpero e di stravaganza fascista e nove anni di depressione economica. L'espropriazione significherebbe soltanto privare questi signori di beni che sarebbero inesistenti senza l'aiuto governativo e che sono già stati privati del lpro valore economico. Una repubblica demo– cratica di questo tipo porterebbe l'Italia ancora una volta nell'orbita del mondo civile. In una atmosfera di libertà, essa potrebbe riprendere la sua normale evoluzione, già molto avanzata quando l'arrivo del fascismo ne fece strage. A seconda del modo e delle circostanze della fine di Mussolini, potreb– bero anche crearsi alcuni imprevedibili rapporti tra la forma di governo oligarchico-monarchica e quella democratico-repubblicana. In ogni caso, Mus– solini non è eterno. Presto o tardi gli italiani dovranno affrontare la doman– da: "E dopo?" Nessun altro malanno capiterà all'Italia o al resto del mondo se il problema viene affrontato oggi piuttosto che tra dieci o venti anm. 577 BiblotecaGino Bianco

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