Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo soconto della discussione avvenuta alla Camera dei Comuni 1'11 luglio pas– sato. Parlando in quella seduta del conflitto italo-abissino, il ministro degli Esteri, sir Samuel Hoare, si dimenticò accuratamente di ricordare ai suoi uditori che esisteva un accordo del dicembre 1925 fra sir Austen Chamber– lain e Mussolini; che nel maggio 1935 il negus è stato indotto dalle minac– ce di Mussolini a consentire che il governo inglese costruisca la diga sul lago Tana, cioè il governo inglese ha raggiunto, per quel che lo riguarda, l'obbiettivo dell'accordo anglo-italiano; e che ora il Foreign Office è tenu– to - secondo quell'accordo, ad aiutare Mussolini perché ottenga dal ne– gus la sua parte di bottino, cioè la concessione della ferrovia transabissina e il riconoscimento, se non del protettorato italiano, di qualcosa di simile a un protettorato, sulla parte occidentale dell'Abissinia. Ma mentre taceva questi fatti, sir Samuel dichiarò: "Noi abbiamo sempre compreso il desi– derio dell'Italia per una espansione transmarina. Nessuno deve insinuare in Italia che noi siamo avversi alle aspirazioni italiane. Noi ammettiamo il bisogno di espansione per l'Italia. Noi ammettiamo la giustizia di alcune fra le critiche che sono state fatte contro il governo abissino." Quel che sir Samuel non poteva inghiottire era la guerra. La guerra - egli disse - sarebbe una calamità. Tutti i pacifisti del mondo si senti– rono allargare il cuore a queste parole. Ma chi avesse letto con attenzione il discorso, avrebbe ben capito che sir Samuel con quelle parole non voleva dire che egli intendeva impedire a Mussolini di far la guerra all'Abissinia. Sir Samuel voleva semplicemente dire che la guerra è una calamità - co– sa che tutti sanno. Dopo avere fatto questa bella scoperta, sir Samuel annunciò che il governo inglese non intendeva agire per conto proprio, come aveva fatto per esempio nell'estate del 1923, quando non domandò l'opinione di nes~ suno prima di concentrare la flotta a Malta e invitare Mussolini ad evacua– re Corfu. Nell'anno di grazia 1935 il governo inglese intende sostenere l'autorità della Società delle Nazioni ed agire secondo le leggi della Socie– tà delle Nazioni. Ora una delle leggi della Società delle Nazioni è che le sue decisioni, per essere... decisive, debbono essere prese all'unanimità. "La nostra responsabilità," sir Samuel aveva detto 1'8 luglio, "è collettiva, e non individuale." E 1'11 luglio ripeté: "Quando io dico responsabilità col– lettiva, io intendo responsabilità collettiva." Ecco trovata la scappatoia: o si muovono, o non mi muovo neanch'io. Prendendo questa posizione, sir Samuel sapeva benissimo che il go– verno francese già nel gennaio 1935 si era impegnato a non contrastare Mussolini nella faccenda abissina. Perciò la formula "responsabilità col– lettiva" serviva a fare sparire la responsabilità del Foreign Office dietro quella del Quai d'Orsay. Noi - diceva in fondo sir Samuel ai pacifisti inglesi - vorremmo agire, ma non possiamo agire perché il governo fran- 560 BiblotecaGino Bianco

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