Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Mussolini, l'Inghilterra e l'Etiopia Mussolini si è precipitato contro questo ostacolo, urlando, sbraitando e minacciando. I giapponesi seguono nella Cina la tattica del fare senza dire. Il padre Tacchi-Venturi, se fosse stato consultato, avrebbe ripetuto nell'orec– chio al suo penitente il vecchio motto gesuitico: nisi caste, saltem caute. Ma Mussolini non può far niente senza fare un gran fracasso, e di regola fa un gran fracasso senza far niente. A furia di rumore è riuscito a farsi prendere sul serio da tutti gli impotenti sessuali, tipo Bernard Shaw, che pare siano assai numerosi nel mondo. A furia di rumore, sper·a di farsi prendere sul serio anche dal negus e dagli abissini. Finora il negus e gli abissini non si sono lasciati impressionare dal bluff. Ne sono stati impressionati, e si sono messi a protestare, i pacifisti inglesi. Chi vuole comprendere gli atteggiamenti del Foreign Office nelle que– stioni internazionali, deve sempre ricordare che i diplomatici inglesi han– no la disgrazia di dovere rendere conto della loro condotta a un popolo che è profondamente onesto e che ha l'abitudine di far sentire la propria volon– tà nella politica estera del paese. Un diplomatico francese o italiano deve mettere nel sacco solamente i diplomatici degli altri paesi. Il diplomatico inglese deve mettere nel sacco non solo i diplomatici degli altri paesi, ma anche i cittadini inglesi. Perciò i diplomatici inglesi debbono essere piu scaltri e piu raffinati di quelli degli altri paesi. Nell'Inghilterra di oggi, il Foreign Office deve tener conto di una opinione pubblica che è, nella sua strabocchevole maggioranza, tenacemen– te pacifista. Essi debbono tenerne conto sopratutto in vista del fatto che, nel prossimo anno, avverranno le elezioni generali. Un governo che desse l'impressione di avere aiutato Mussolini a strangolare l'Abissinia e a dare il colpo di grazia alla Società delle Nazioni, sarebbe travolto in una tem– pesta d'indignazione e di disprezzo. Ma il Foreign Office deve "tener conto 11 anche dell'obbligo che gli compete di appoggiare diplomaticamente Mussolini nella questione della ferrovia abissina. Né si vede con quali pretesti potrebbe sottrarsi al suo obbligo senza rompere l'intesa anglo-italiana e cosf rinunciare ai vantaggi che questa intesa gli procura nella politica europea. III Data questa situazione del Foreign Office, io sospetto fortemente che lo scatenamento di violenze anglofobe a cui ci ha fatto assistere la stampa mussoliniana nelle settimane passate, e le· reazioni, sdegnose e arroganti nella loro pacata freddezza, della stampa inglese, non abbiano fatto nessun– serio dispiacere al Foreign Office. Questo ha bisogno che i pacifisti inglesi si convincano che il loro governo ha fatto tutto il possibile per consigliare la moderazione a Mussolini. Ma come consigliare un tale pazzo scatenato? Bisognerebbe mettergli la camicia di forza. Cioè bisognerebbe mandargli 557 BiblotecaGino Bianco

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