Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo della ferrovia Eritrea-Somalia. Questa ferrovia dovrebbe scansare la zona d'influenza francese che va da Gibuti ad Addis Abeba, e perciò passare a ovest di Addis Abeba, prima andando da nord-est a sud-ovest, dall'Eritrea verso l'interno dell'Abissinia, e poi da nord-ovest a sud-est, dall'interno del– !' Abissinia ai confini della Somalia. Una ferrovia cosi'.1unga, costruita per una buona metà in territori montuosi di origine vulcanica, cioè friabili e traditori esigerebbe capitali enormi per la costruzione e per l'esercizio. Es– sa dovrebbe attraversare vasti deserti nella Somalia, e non troverebbe nel– l'altipiano abissino che una zona d'influenza assai ristretta, un budello a semicerchio, strozzato fra la parte orientale dell'Abissinia, che va da Gi– buti ad Addis Abeba e che spetta alla Francia, e la parte occidentale gravi– tante intorno al lago Tana, che spetta al Sudan inglese. Essa non sarebbe che un capolavoro di donchisciottismo, stupido e rovinoso. Per misurare la distanza che c'è tra un pagliaccio e un uomo serio, ba– sta confrontare ciò che nel dicembre del 1925 Mussolini promise a sir Au– sten in compenso della ferrovia transabissina. Egli s'impegnò ad appoggiare il Foreign Office contro il negus nel caso che questi tentasse di cambiare il regime delle acque nella regione del lago Tana, da cui sorge il Nilo. Questo vuol dire che, nel conchiudere gli accordi del dicembre 1925, il Foreign Office aveva le mani piene con uno statu quo - le sorgenti del Nilo - mentre Mussolini aveva le mani vuote. Da parte inglese, una real– tà di valore inestimabile, di cui Mussolini garantiva la continuazione. Da parte mussoliniana, un castello in aria, la cui costruzione avrebbe richiesto miliardi a fondo perduto. È assai probabile che il Foreign Office, promettendo nel 1925 a Mus– solini l'appoggio diplomatico inglese nella questione della ferrovia abissina, sperasse che la promessa sarebbe rimasta sulla carta per un tempo assai lungo. Quando mai il governo italiano avrebbe trovato i capitali necessari per una impresa cosi'.dispendiosa e assurda? D'altra parte, l'accordo anglo-italiano del dicembre 1925 non sarebbe divenuto perfetto, per quanto riguardava la ferrovia-castello-in aria, se non dopo avere ottenuto l'adesione del Quai d'Orsay. Questa adesione era non meno problematica dei miliardi necessari a costruire la ferrovia. Fin– ché il Quai d'Orsay non avesse consentito all'accordo anglo-italiano, il ca– stello in aria mussoliniano rimaneva piu in aria che mai, mentre lo statu quo britannico sulle sorgenti del Nilo rimaneva piu reale che mai. II L'accordo franco-italiano del gennaio 1935 ha dato a Mussolini la cer– tezza che il Quai d'Orsay non gli creerà piu ostacoli nella questione abissi– na e non aiuterà l'Abissinia in eventuali resistenze. Non rimane piu da superare che un ostacolo: il non possumus del negus. 556 BiblotecaGino Bianco

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