Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

La realtà dello Stato corp,rativo "Stato corporativo," né di quello "sindacalista," ma del Tribunale speciale. Se i lavoratori potessero liberamente discutere le attività dei loro segretari locali e dei dirigenti nazionali nelle riunioni dei sindacati, gli attuali segre– tari e dirigenti fascisti occuperebbero a lungo le loro cariche? Non vi so– no piu scioperi in Italia:. ma vi sono due differenti spiegazioni a questo fatto: una è che lo "Stato corporativo" induce i lavoratori a non scioperare; l'altra è che gli scioperi sono puniti con la prigione. Mentre lo "Stato cor– porativo" falcidia i salari, lo "Stato-poliziotto" reprime gli scioperi. È allo "Stato-poliziotto" e non allo "Stato corporativo" che si deve dare il merito della tranquillità nel campo del lavoro. 85 . Questa in fondo è l'opinione dei leaders del partito fascista. Nelle con– versazioni private essi non esitano a dichiarare che "il governo crede che il sistema corporativo sia il migliore espediente di polizia per mantenere l'ordi– ne nel paese; non sarebbe piu tale se i lavoratori potessero eleggere i loro segretari e i loro presidenti. 1186 La realtà dello Stato corporativo' Corporazione e rivoluzione Avremo dunque presto, prestissimo, le corporazioni in carne, ossa e tim– bri: corporazioni per categoria, per prodotto, per ramo di produzione. scista in America, James P. Roe, Mussolini's Fourth Year, nella rivista "Il Carroccio," gennaio 1927, scriveva: "~ appena sorprendente che i lavoratori stessi abbiano suggerito l'esperimento di adottare la giornata di 9 ore con la paga per 8 ore, dovunque questa ora addizionale sia utile all'industria e all'agricoltura. Ed è importante osservare che la nona ora addizionale, fu volontariamente offerta dagli stessi lavoratori come loro contribuzione per aiutare il paese a uscire dalle difficoltà. Il lavoro in Italia non reclama insensatamente aumenti di paga, ma lotta per diminuire il costo della vita." ss Il direttore dell'Istituto britannico di Firenze nella "English Review" del marzo 1933, raccomanda agli studiosi "di non occuparsi del partito fascista, né della milizia nazionale, né del Tribunale speciale, né della 'cosidetta' censura sulla stampa"; "istituzioni temporanee" di cui sparirà presto la necessità. Secondo lui bisogna studiare la "macchina costituzionale per– manente dello Stato corporativo"; e per dare a credere ai suoi lettori che questa "macchina per– manente" esiste in realtà, inventa che dopo la "marcia su Roma" il regime fascista dette il riconoscimento legale ai "sindacati misti" che erano sorti negli anni precedenti fra "padroni e lavoratori, agrari e contadini, che trattavano insieme i comuni interessi"; quei "sindacati misti" sono stati riuniti in "corporazioni" nazionali; "tutte le altre oppressive forme di sfrut– tamento sono state eliminate"; i sindacati sono responsabili della qualità del lavoro dato .dai loro membri"; le "corporazioni" sono "corpi legislativi" mentre sotto il regime parlamentare le organizzazioni rappresentanti i padroni e i lavoratori non hanno "poteri legislativi ma tutta la responsabilità pesa sul governo centrale," e cosi di seguito. 86 "Manchester Guardian," 15 maggio 1931. l Da "Quaderno di 'Giu~tizi3 e Libertà/" n. 10 1 febbraio 1934, [N.d.C.J 541 iblotecaGino Bianco

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