Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo fanno in tutti i paesi del mondo, per opera di tutti i regimi, senza che que– sti regimi assumano la denominazione di "Stati corporativi. " 83 Anche molti di quei provvedimenti che dovrebbero rientrare nella com– petenza delle istituzioni "sindacali" o "corporative," sono presi dagli organi del governo politico, senza che il cosidetto "Stato corporativo" vi abbia avu– to nessuna parte. Il prolungamento della giornata di lavoro nel luglio 1926 fu deliberato da Mussolini in persona, in forza dei suoi poteri politici ditta– toriali: lo "Stato corporativo" non esisteva ancora neppure a parole. La ri;– duzione dei salari dell'ottobre 1927 ebbe luogo per deliberazione del diret– torio del partito, che non è stato mai considerato un organo dello "Stato corporativo." Quanto alla "pace sociale" bisogna definire chiaramente che essa è, né piu né meno, l'obbligo in cui si trovano gli operai di subire le piu prcfonde riduzioni di salari senza mai scioperare. Questa "pace socia– le" è senza dubbio perfettamente soddisfacente per i padroni. È altrettanto soddisfacente per i lavoratori? È altrettanto utile alla comunità? Ci sia con– sentito di riprodurre le osservazioni che nel Current History del maggio 1931, p. 165, ha fatto a questo proposito uno studioso che non si contenta di for– mule equivoche e di parole astratte: È legittimo credere, come tutti i difensori del regime fascista debbono fare, che la pace industriale è un supremo bene? Che gli scioperi siano costosi e che il loro appa– rente danno sia grande non può essere negato. Ma da questo non si deduce in nessun modo che una società politica senza scioperi sia piu sana di una società politica con scio– peri. Si deve sapere qual genere di scioperi deve esser evitato e quali sono stati i termini degli accordi "pacifici." Può benissimo essere che il componimento di una controversia industriale per mezzo del meccanismo statale produca maggiori ingiustizie e causi mag– giori danni economici di quelli che sarebbero risultati da uno sciopero. In altre parole, la sola assenza di conflitti del lavoro in uno Stato significa poco. Si deve sapere in qual modo il guaio è stato evitato. A parte questo problema è necessario tenere a mente che la mancanza di scioperi è dovuta non allo "Stato corporativo," che esiste solo a parole, ma a quell'atmosfera di pressione politica entro cui le istituzioni del "sindacali– smo" fascista respirano e lavorano. Nel luglio del 1926 quando il prolunga– mento della giornata di lavoro, da otto a nove ore, senza aumento di paga, fu deliberato da Mussolini, tutti i segretari dei sindacati fascisti d'Italia gli inviarono telegrammi dichiaranti che i lavoratori si stimavano fortunati di poter fare questo gioioso sacrificio per il loro paese: e questa fu la funzione delle organizzazioni "sindacali": applaudire. Tre contadini che ad Oria, provincia di Lecce, distribuivano manifestini, nell'agosto 1926, per protesta– re contro la giornata di nove ore, furono condannati alla prigione con pene varianti da 4 anni e 6 mesi a 5 anni e 7 mesi. 84 Questa non fu opera né dello 83 Mr. Chough nell"' Harvard Business Review," aprile 1932, pp. 304-5 attribuisce allo "Stato corporativo" financo il concordato per i debiti di guerra e molte altre iniziative che ebbero luogo prima ancora che esistesse quella legge del 3 aprile 1926 che avrebbe creato lo "Stato corporativo." 84 "Corriere della Sera," 28-29 luglio 1927. Il piu sfrontato agente della propaganda fa- 540 BiblotecaGino Bianco

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