Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Capitale e lavoro nell'Italia fascista ta poco evidente e ancor meno redditizia." ( Corriere della Sera, 20 aprile 1930.) Se avesse potuto parlare piu chiaro avrebbe spiegato che la collabo– razione era stata redditizia per gli operai solamente sotto forma di riduzioni nei salari. Fino al momento attuale il Consiglio non ha fatto che dare i propri pareri su tutte le questioni che discutono i Consigli superiori del lavoro dovunque siffatte istituzioni esistono, e su quei minuti problemi burocrati-· ci che non possono non sorgere in un regime dove tutte le organizzazioni delle classi produttrici sono messe sotto la sorveglianza del governo. Il 24 febbraio 1932, il deputato Lusignoli, parlando alla Camera, dice– -va: "Siamo ancora in una fase organizzativa dello Stato corporativo. An– che il ministro ci ha detto varie volte che se ci andiamo avviando celer– mente verso lo Stato corporativo, non possiamo dire di essere ancora in pieno nello Stato corporativo." Il "celere avviamento" consisteva nel fatto che l'uso della parola ·"corporazione" diventava sempre piu comune. La Camera, dove non v'è opposizione, fu sempre piu spesso chiamata "Camera . ,, corpora uva. Il 6 dicembre 1930 il governo nominò una commissione di 35 autori ed artisti drammatici, capicomici e funzionari statali, incaricandola di stu– diare e proporre provvedimenti per sollevare il teatro dalla depressione in cui era caduto: e a questa commissione dette pomposamente il nome di "Corporazione dello spettacolo." Il 27 gennaio 1931, il Consiglio nazionale delle Corporazioni fu diviso in sette sezioni incaricate di trattare i problemi speciali dell'agricoltura, dell'industria, del commercio, dei trasporti marit– timi, dei trasporti terrestri, dei professionisti e artisti, del credito e assicu– razioni. E queste sezioni furono chiamate "corporazioni" dell'agricoltura, dell'industria, del commercio ecc. Parlando di una di queste "corporazio– ni," quella dell'agricoltura, un deputato fascista, Angelini, diceva alla Ca– mera, 1'8 marzo 1932: "Oggi una vera e propria Corporazione dell'agricol– tura non esiste, ma è una specie di comitato che si riunisce tre o quattro volte all'anno per trattare alcuni problemi." Il sottosegretario al Ministero delle corporazioni, il 10 marzo 1933, alla Camera, riconosceva che le sezio– ni del Consiglio erano ancora "nella loro fase iniziale" e che tanto esse quanto la "Corporazione dello spettacolo," "avevano funzionato come com– missioni a cui di rado era chiesta una netta e chiara manifestazione di vo– lontà"; e conchiudeva: "che l'idea della corporazione debba avere una piu concreta realizzazione pratica, non può essere dubbio." Non che realizzazioni fossero mancate fra il 1931 e il 1933. Nell'autun– no del 1932, i "Consigli economici provinciali," che nel 1926 avevano pre– so il posto delle "Camere di commercio" e delle "Camere dell'agricoltura" del pre-fascismo, furono ribattezzati "Consigli corporativi economici." ~el gennaio 1933 il Bollettino· dell'ufficio del lavoro e della prev~·denza, che si pubblicava da trent'anni, cambiò copertina e si chiamò Sindacato e Corpo– razione. Finalmente, il 15 maggio 1933, Mussolini decretò che ogni mestiere 533 BiblotecaGino Bianco

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