Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Capitale e lavoro nell'Italia fascista Devo tentare di abbozzare il profilo dello Stato corporativo italiano, come Platone disegnò la sua perfetta città, lasciando da parte la questione se un tale Stato esista attual– mente o sia possibile. Dopo tutto viviamo in questo mondo d'immaginazione molto piu che non realizziamo. I fascisti devono essere intesi non soltanto per quello che fanno, ma per quello che pensano di poter fare. Abbandonandosi cos1 "all'immaginario e teorico lato della questione, in cui v'è libertà per le notizie fantastiche, e nessuno può essere accusato di veridicità o di falsità" egli si dichiarò convinto che "sebbene l'attuale e pra– tica trasformazione dell'organizzazione economica italiana fosse presente– mente non molto cospicua," "era assai probabile che quando la polvere e la tempesta del recente cataclisma politico in Italia fossero passate, il piu cospicuo e permanente aspetto della rivoluzione verrebbe ad essere la tra– sformazione del 'sindacalismo' in corporativismo. 1170 Nel 1929, una osservatrice americana mandata anch'essa in Italia alla scoperta dello "Stato corporativo" dové riconoscere che "attualmente lo Stato italiano era ancora nella fase sindacale" cioè nella fase in cui non esi– stevano che organizzazioni distinte per datori di lavoro e lavoratori, senza nessuno dei famosi "organi coordinativi" promessi dalla legge dell'aprile 1926 e battezzati col nome di "corporazioni" dal regolamento del seguente luglio. Però anch'essa, nonostante la sua acuta intelligenza, si lasciava pren– dere all'amo della nuova parola, e scriveva: "Anche se le corporazioni non esistono ancora, la costituzione del Ministero delle corporazioni è un ge– sto che dimostra l'intenzione del fascismo di svilupparsi in quella dire– zione. '171 Nella primavera del 1930, il fascismo stava ancora sviluppandosi in quel– la direzione. Sorse infatti il 21 aprile 1930 il Consiglio nazionale delle corporazioni. 72 Il Consiglio è formato di circa 120 persone di cui 10 periti designati dal Ministero delle corporazioni, tre membri designati dal segre– tario del partito, uno dal Ministero degli esteri, e gli altri designati dai di– rettor1 delle tredici Confederazioni. 73 I delegati delle Confederazioni devono essere ratificati dal capo del governo. Quest'ultimo è autorizzato a modifica– re la composizione del Consiglio. Egli ha pure sempre la facoltà di variare l'ordine della discussione. Nessun documento o memoriale può essere fatto circolare fra i membri del Consiglio, se il capo del governo non ne ha prima autorizzata la comunicazione, e il Consiglio non può tener conto di documenti e memoriali che gli interessati facciano pervenire per al– tra via. Il presidente decide se le votazioni debbono avvenire col metodo del voto individuale, o dividendo il Consiglio· in sezioni separate fra rappre- 70 H. W. SCHNEIDER, Italy incorpora/ed, New York, Italian Historical Society, 1928, pp. 3 sgg., 11, 12. 71 HAIDER, Capi/al and Labor under Fascism, pp. 96, 143, 145. 72 Legge 20 marzo 1930 e regolamento del 12 maggio 1930 e dell'ottobre 1932 ("Corriere della Sera," 6 ottobre 1932). 7 3 "Corriere della Sera," 20 luglio 1933. 531 BiblotecaGino Bianco

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