Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Capitale e lavoro nell'Italia fascista fascisti hanno distrutto in Italia le Camere del lavoro e vietano ogni rag– gruppamento di sindacati a base comunale. Hanno distrutto la vecchia Con– federazione del lavoro, e hanno creato sei differenti Confederazioni di lavoratori che non debbono aver nulla di comune le une con le altre. La unità di organizzazione locale e nazionale della classe lavoratrice, che era uno dei principi fondamentali del sindacalismo autentico, è sistematica– mente negata nel regime fascista. Che cosa mai un uomo di buon senso e di buona fede può scoprire di comune fra il sindacalismo di Sorel e la masto.– dontica macchina burocratica con la quale il partito fascista controlla il lavoro italiano ? 69 Da Sorel i fascisti hanno attinto solamente la dottrina che predica l'azio– ne diretta violenta come strumento di azione politica, e l'altra dottrina che insegna ad esaltare l'entusiasmo delle folle per mezzo di "miti," salvo a sfruttarlo poi per fini tutt'altro che mitici. Ma queste dottrine non hanno nessun legame essenziale con la dottrina sindacalista vera e propria. Né So– rel l'inventò lui per la prima volta. Da che mondo è mondo sono stati infiniti i politicanti che hanno ingannato le folle coi "miti" e che hanno ricorso alla violenza quando credevano di poter fare ricorso impunemente a questo metodo di azione. Sorel associò la dottrina dei "miti" e della vio– lenza a quella del sindacalismo, come vi associò frammenti delle dottrine filosofiche di Bergson e di J ames, e di tante altre dottrine che col sindacali– smo vero e proprio non avevano nulla da vedere. Le dottrine dei "miti" e della violenza, dissociate dalla dottrina sindacalista, hanno servito a Mus– solini in Italia e a Hitler in Germania per mettere nelle mani del governo e del partito dominante quei sindacati che secondo Sorel dovevano essere indipendenti da tutti i _()artitie combattere intransigentemente tutti i go– verm. Di comune tra il sindacalismo di Sorel e il cosidetto sindacalismo fa– scista non c'è che una parola: la parola di origine francese "sindacato," con cui i fascisti denominano le loro organizzazioni addomesticate, mentre le organizzazioni di una volta erano chiamate in Italia, con nome italiano puro "leghe." Bottai, a cui nessuno vorrà negare autorità in questa materia, perché tra il 1926 e il 1932 egli fu prima sottosegretario e poi ministro delle Corporazioni, ammette francamente che "il sindacalismo fascista è l'opposto di quello prefascista: lo Stato, cui questo si opponeva e cui ora quello si sottopone, costituisce il punto discriminante." Giustissimo, specialmente se si tien conto del fatto che in questa proposizione la parola "Stato" equiva– le a "partito al potere." Perché allora continuare a far uso della vecchia parola per significare l'opposto della vecchia idea? Il perché non è difficile a spiegare. 69 Nel "Quaderno di Giustizia e Libertà," n. 9, p. 116 è ristampata in questo luogo la nota 68. [N.d.C.] 529 BiblotecaGino Bianco

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