Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo diretto dal prof. Gini che non ha mai in vita sua scritta una sola parola che potesse far dispiacere agli industriali italiani. Ne risultò che il costo della vita discese, sulla carta, da 655 in gennaio 1927, a 531 nel dicembre dello stesso anno, con una caduta del 19% di cui in Italia nessuno si av– vide in quel periodo. 64 Inutile continuare a seguire queste ridicole manipolazioni. Ci basti prendere nota che secondo queste stesse manipolazioni il numero indice del costo della vita è sceso da 100 nel giugno 1927 a 78,04 nel 1932 65 cioè vi sarebbe stata una diminuzione del 22% nel costo della vita, mentre i salari perdevano dal 40 al 50%, Anche chi si trova in quello stato di grazia che permette d'inghiottire a occhi chiusi le statistiche fasciste 66 deve con– chiudere che gli operai italiani dopo avere perduto circa il 10% dei loro salari reali fra il 1922 e il 1926, perdettero almeno il 25% fra il 1927 e il 1932. Essi, cioè, potevano acquistare nel 1932, coi loro salari, meno che i due terzi dei beni che acquistavano nel 1922. 67 64 Tutti i giornali furono pieni di lamenti perché il costo della vita non diminuiva di pari passo coi salari. Per citare un solo esempio, il "Lavoro d'Italia," organo ufficiale dei sindacati fascisti, il 7 luglio 1927, faceva una rassegna dei prezzi nella città di Genova, affermando che non c'era nessuna diminuzione reale, anzi vi erano degli aumenti: "In com– plesso, dopo tre mesi di lotte (?), dopo tanti fiumi d'inchiostro, dopo tante tonnellate di pro– teste, dopo altre tonnellate di promesse nulla ancora si è fatto, e, continuando cosi, nulla mai si farà." 6S "Sindacato e Corporazione," gennaio 1933, p. 156. Nella conferenza nazionale della Confederazione dell'industria, 22 gennaio 1932, il presidente della Confederazione, dopo aver riconosciuto che "i lavoratori avevano portato alla battaglia economica il loro contributo attraverso le diminuzioni salariali" ebbe l'audacia di affermare che II il salario è sempre supe– riore a quello del 1927, io rapporto alla diminuzione verificatasi nel costo della vita." 66 Secondo MORTARA, Prospettive, 1930, p. 518, durante il 1928 e 1929 "una caratteristica degna di nota è il contrasto tra l'aumento del costo della vita e la diminuzione dei salari." Nel novembre 1930, quando ebbe luogo la terza riduzione generale nei salari, i giornali ebbero ordine di pubblicare per un mese intero due, tre, cinque colonne d'informazioni giornaliere per esaltare le diminuzioni che avvenivano dovunque nel costo della vita. Ma chi leggeva attentamente quel diluvio di letteratura entusiastica, scopriva ben presto che gli scrittori, per non suscitare nel pubblico un'ondata troppo violenta di disgusto, erano obbligati a intercalare qua e là delle informazioni ed osservazioni che riducevano di molto la temperatur~ dell'en– tusiasmo. Ecco alcuni esempi fra mille: 1) "Lavoro fascista," 21 novembre 1930: "Mentre i salari dal 1928 segnano una costante diminuzione, il costo della vita è in effetti rimasto sta• zionario, quando non sia aumentato di qualche punto, mentre i prezzi degli affitti sono prati· camente aumentati." 2) "Regime Fascista," 25 novembre 1930: "Vogliamo augurare che il ribasso nel costo della vita non sia già come altre volte è accaduto (allude al 1927) la solita fiamma che immediatamente accesa, tosto si spegne." 3) "Corriere Padano," 25 no– vembre 1930: "Il successo dei primi giorni lascia sperare bene; ma il consumatore ba una esperienza fatta di delusioni per non dire peggio." 4) "Resto del Carlino," 28 novembre 1930: "Molte riduzioni stabilite sulla carta, all'atto dell'applicazione o subiscono alterazioni d'ogni sorta, o non se ne tien conto affatto." 5) "Corriere della Sera," 28 novembre 1930: "Il pubblico ha fatto dei ribassi promessi due categorie: quella numericamente esigua dei ribassi effettivi e quella purtroppo numericamente cospicua dei ribassi simulati, formali, fraudolenti." Nel numero del 1° giugno 1931, la rivista "I problemi del lavoro" scriveva: "La macchina ha funzionato bene nella fase di riduzione degli stipendi e dei salari. Dove la macchina non ha funzionato bene è stato nella spinta alla diminuzione nei prezzi dei consumi. Si è avuto un risultato economico sensibile, ma non adeguato alla notevole incisione sul reddito del lavoro." ~ Nelle Prospettive, 1932, p. 566 del Mortara, troviamo una serie di numeri indici (di– versa da quella data negli anni precedenti!) secondo la quale fra la metà del 1927 e la seconda metà del 1931 il numero indice dei salari sarebbe sceso da 600 a 501, cioè gli operai avrebbero perduto solo il 17% del salario nominale; e il numero indice del costo della vita sarebbe sceso da 639 a 477, cioè gli operai avrebbero guadagnato il 24%; in conseguenza il salario reale sa– rebbe leggermente aumentato. Ma lo stesso Mortara scrive: "Quanto ai salari, abbiamo qualche dubbio sull'attendibilità dei dati riferiti, e riteniamo che il vero ribasso sia stato maggiore di quello, assai modesto, che apparirebbe dai dati stessi" (p. 564). Nuove sorprese delle stati– stiche fasciste. 526 BiblotecaGino Bianco

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