Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Capitale e lavoro nell'Italia fascista s1t1vo della sentenza sia depositato in cancelleria entro dieci giorni dalla deliberazione"; "quando si fa presto, passa almeno un mese e chi attende il pagamento di quanto gli è dovuto, può soffrire anche la fame se è di– soccupato"; "per eseguire la sentenza, il lavoratore deve anticipare una somma, spesso assai superiore a quella per la quale deve agire e che egli, ad ogni modo, non ha"; "quando legge nella sentenza il comando solenne a tutti i pubblici ufficiali di eseguirla, mentre lui non può eseguirla, la cosa prende per lui un sapore di ironia." Il 18 gennaio 1933 Mussolini, trattando dello stesso argomento, an– nunziò solennemente che "la giustizia deve essere comoda e rapida; chi chiede giustizia non deve essere soffocato da troppo complicate procedure, e la giustizia deve essere resa nel piu breve tempo possibile." E il 29 gennaio 1933, il ministro della Giustizia sollecitò gli uffici giudiziari ad essere piu rapidi nella spedizione di questi affari. 60 Ma i giudici e i cancel– lieri sono sopraffatti dalla valanga delle controversie e non possono far miracoli. 61 Le statistiche ufficiali danno un'idea tutt'altro che adeguata della de– gradazione che è avvenuta nelle condizioni delle classi lavoratrici italiane sotto il nuovo regime "corporativo." Fino al 1927, i numeri indici delle paghe erano compilati dall'Istituto Nazionale delle Assicurazioni, il quale raccoglieva in tutta Italia dati sui lavoratori industriali e pagava i premi per gli infortuni sul lavoro in base ai salari giornalieri; era quindi l'istituto piu adatto a fornire informazioni sui salari medi. Nel marzo 1928 quel compito fu assunto dalla Confederazione degli industriali. Ne risultò per il 1927 (l'anno delle spontanee riduzioni del 10% e delle riduzioni ordir– nate dal direttorio del partito per un altro 10%) che il posto dei numeri indici dei salari fu occupato da due lineette: una per la la metà e. una 2• metà del 1927. E quando i numeri indici ricomparvero nel 1928, chi aveva voglia di crederci, imparò che i salari dalla 2a metà del 1926 alla prima metà del 1928 erano discesi appena da 584 a 545, 62 cioè aYevano subfto una diminuzione, non del 20%, ma solo del 5% ! Che cosa avveniva intanto del costo della vita? Fino a tutto il 1926 i numeri indici del costo della vita erano com– pilati dal municipio di Milano. Nel 1921 gli industriali cominciarono a contestare quelle cifre perché "non potevano controllare l'accuratezza dei calcoli." 63 Il 20 febbraio 1927 un regio decreto investf dell'incarico di com– pilare i numeri indici del costo della vita l'Istituto Centrale di Statistica, (IO "Sindacato e Corporazione," febbraio 1933, p. 242. 61 Il ministro della Giustizia, il 3 marzo 1933, disse alla Camera: "È grande il numero delle vertenze individuali. Al riguardo è stato spesso lamentata la lunghezza dei giudizi, la quale però non deve essere in ogni caso attribuita ai magistrati o agli avvocati, ma in parte alla grave mole di lavoro, in parte alle speciali ( ?) difficoltà che talune controversie rappre– sentano." 62 MORTARA, Prospettive, 1929, p. 454. 63 GALLETTI, Sull'apprezzamento del carovita, Milano, Cooperativa grafica degli operai, 1923, p. 7. 525 BiblotecaGino Bianco

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