Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo menti di tempo, rendimento e attrezzatura tecnica, necessari ad una esatta valutazione delle richieste stesse. Occorre che l'organizzazione dei lavoratori sia essa pure costante– mente in possesso di tutti gli elementi di valutazione. E ciò anche per evitare che siano concesse riduzioni a chi potrebbe farne a meno e negate a chi ne ha veramente bisogno. 51 Data la inesperienza dei funzionari i contratti furono cucinati nei pri– mi anni, quasi sempre a Roma, negli uffici del Ministero delle corporazio– ni da impiegati del Ministero. Un bel giorno il Ministero trovò che era op– portuno scaricare questo lavoro sui direttod nazionali delle Confederazioni. 52 I segretari delle organizzazioni locali non hanno altro da fare che ri– cevere da Roma i contratti già fatti e darne notizia ai soci. 53 Il 31 ottobre 1931, i giornali pubblicavano con grande fracasso la no– tizia che Mussolini, accettando le proposte delle organizzazioni, vietava da ora in poi ogni ulteriore riduzione di salari. Cosf si leggeva nei grandi ti– toli che precedevano il comunicato ufficiale. Leggendo invece attentamente il comunicato stesso si scopriva che erano vietate le riduzioni generali, ma non le riduzioni che potessero essere rese necessarie gruppo per gruppo da speciali condizioni di rendimento e di attrezzatura tecnica. Le riduzioni, dunque, continuarono come prima, peggio di prima, ma avvennero alla spicciolata, in ordine sparso e senza rumore. E ogni volta che una riduzione ha avuto luogo, gli operai hanno avuto la soddisfazione di leggere nei co– municati ufficiali annunzianti gli accordi conclusi, la formula che le parti "avevano dato prova nei negoziati del piu lodevole spirito di cooperazione si "Lavoro fascista " 2 giugno 1933. 152 Discorso cli Bo 1 ttai, ministro delle Corporazioni, 26 settembre 1930: "Vi fu un pe– riodo in cui la grande maggioranza dei contratti collettivi cli lavoro era conclusa qui, al Mini– stero, perché i sindacati (cioè i funzionari dei sindacati) non avevano ancora l'esperienza ne– cessaria e le organizzazioni invitavano il ministro ad intervenire. Noi ci siamo sottoposti all'im– probo lavoro per vedere cli concludere un gran numero di contratti collettivi. Poi io pregai i presidenti delle Confederazioni di risparmiare al Ministero questa fatica tipicamente sindacale che spetta alle Confederazioni. È successo che le Confederazioni hanno brillantemente risposto al loro compito." In un discorso al B.I.T. cli Ginevra, nel giugno 1927, Rossoni ebbe la faccia tosta di dire: "Non è vero che noi facciamo contratti di lavoro dietro alle spalle dei lavoratori Vi sono ordini firmati proprio da me che non si entri in trattative senza la partecipazione di operai. Il principio democratico non è violato nel nostro paese. Forse è applicato in un modo differente. Mussolini stesso ha detto recentemente che il regime fascista è in essenza null'altro che una grande democrazia. " 53 Un giornalista inglese scrisse nel "Daily Express," del 26 gennaio 1927: "L'obbiettivo di Mussolini è di eliminare gli scioperi e la soluzione di tutte le controversie nell'industria in conferenze della tavola rotonda tra capitale e lavoro." E Mussolini stesso disse al giornalista: "Il mio governo è organizzato come un centralino. Vi sono ottantadue chiavi in contatto con differenti soggetti e differenti interessi - banche, industrie, sindacati, impiegati, agricoltura ecc. - e tutti suddivisi in vari rami. Quando qualunque questione mi giunge per essere risolta, devo soltanto premere - a mo' di dire - un certo bottone e posso mettermi in contatto con i rappresentanti opportunamente scelti dalle parti interessate, ed ottengo cosi tutte le conoscenze tecniche di cui ho bisogno. Consulto i miei ministri, e la questione è risolta ipso facto.,, Rappresentanti scelti è una formula ambigua, e il "duce,, si guardò bene dallo spiegare da chi essi fossero scelti. Il giornalista, a sua volta, non insistette e non disse perciò che nelle "conferenze della tavola rotonda II il capitale è rappresentato da delegati dei capitalisti, men– tre il lavoro è rappresentato da funzionari, per la cui nomina i lavoratori non hanno voce. Sir Leo Chiozza Money, scrivendo nel "Daily Mail, 11 del 7 febbraio 1927, mostra un candore anche piu abbagliante di quello del giornalista del "Daily Express ": "È impossibile negare il merito di una legge che, di fatto, rende l'Italia un club nazionale, i cui membri sono invitati (sic) e messi in grado di esercitare la libertà individuale (sic) nelle attività corporative. Il vero è che la nuova legge costruisce un sindacalismo giuridicamente congegnato, e considera con occhio imparziale i padroni e gli operai." 520 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=