Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Capitale e lavoro nell'Italia fascista che "qualche punta avrebbe potuto oltrepassare anche il 20%." Ai salari cosf ridotti dovevano avere diritto soltanto quei lavoratori che avevano "una capacità lavorativa del 100%" sulla quale avrebbero deciso, caso per caso, i padroni. In piu si stabiliva che le riduzioni "non dovessero essere calco– late matematicamente," cioè non avevano in realtà nessun limite. 45 A queste riduzioni generali bisogna aggiungere le riduzioni che risul– tavano ora per un gruppo d'operai, ora per un altro, ora in una provincia, ora in un'altra, dalle trattative tra datori di lavoro e funzionari dei sinda;– cati per singoli mestieri, o dalle sentenze della magistratura del lavoro. I casi delle risaiole, dei marinai, degli operai dell'industria della seta, dei braccianti della provincia di Cremona, innanzi ricordati, potrebbero essere accompagnati da altre centinaia di casi simili. Per esempio, nell'agosto 1931 i salari dei contadini furono ridotti del 10% nella provincia di Mantova 46; nell'inverno successivo furono ridotti del 14% nella provincia di Piacen– za47; nell'aprile 1932 in provincia di ForH, furono ridotti dall'8 al 12%. 48 Nella zona meridionale della provincia di Milano il bracciante riceveva nel 1928, dopo le riduzioni del 1927, lire 1,70 all'ora in inverno e lire 1,80 al– l'ora in estate; e riceveva 0,65 all'ora, tanto in inverno quanto in estate nel 1932 49 ecc. ecc. Nei negoziati e nelle discussioni dinanzi alla magistratura del lavoro i funzionari dei sindacati delle singole categorie non portano di regola nes– suna seria conoscenza delle materie su cui debbono trattare. Nell'autunno del 1932 i macellai avevano per segretario un architetto, i conciapelle un dottore in medicina, i metallurgici un commerciante fallito. Come potreb– bero questi incompetenti, 50 che per giunta non debbono rendere nessun con.– to ai loro associati, difendere gli interessi degli operai, anche se ne avessero la volontà? Nelle trattative, i padroni, quando domandano riduzioni di sa– lari, si rifiutano sistematicamente di far conoscere lo stato reale delle loro aziende per dimostrare che le riduzioni sono necessarie, e in questa resisten– za sono secondati dai funzionari del governo e del partito. Un alto espo– nente dei sindacati scrive: Mentre all'organizzazione sindacale dei lavoratori continuano a pervenire richieste di alleggerimenti salariali, non si danno ad essa le possibilità di esaminare tutti questi ele- 45 Queste formule incredibili si leggono nelle "Istruzioni" inviate dalla Confederazione degli agricoltori agli uffici dipendenti sui criteri a cui dovevano attenersi nel ridurre i salari dei contadini. "Lavoro," 6 dicembre 1930. 46 "Lavoro agricolo fascista," 30 agosto 1931. 47 Ibid., 31 gennaio 1932. 48 "Corriere della Sera," 8 aprile 1932. 49 "Lavoro agricolo d'Italia," 23 novembre 1927; "Lavoro agricolo fascista," 15 maggio e 13 novembre 1932. so Questa incompetenza è stata notata anche da Miss IDmER, Capital and Labor, pp. 221-~. Ma MLLE LION, The pedigree of fascism p. 232, scrive: "I segretari devono possedere 1.lJJ. di– ploma che testifichi delle loro conoscenze tecniche ed economiche dei problemi che devono trattare. Il fatto che essi devono appartenere al mestiere o alla professione che rappresentano e di fatto lo esercitano, elimina ogni segretario professionale dei sindacati che, vivendo del suo posto di organizzatore, è capace di far qualunque cosa per mantenerselo." Tutto questo è pura invenzione. 519 BiblotecaGino Bianco

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