Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo essere inferiore al 10% e non superiore al 20% dei salari esistenti, perché nel primo caso non sarebbe commisurata al richiesto aggiustamento, nel secondo caso eccederebbe la pre– sente diminuzione del costo della vita. A questo punto nacque un dubbio: dovevano le riduzioni essere addizionate a quella precedente del maggio 1927, che ammontava in me– dia al 10%? Il direttorio del partito fascista risolse la questione nel mo– do seguente: "La nuova diminuzione, aggiunta alla precedente, non deve superare un totale del 20%, quindi se vi è già stata una riduzione del 10%, la nuova riduzione non deve eccedere il 10%." Ma il giorno dopo un comunicato ufficiale dello stesso direttorio annunziava che occorreva an– che tener conto del caso in cui "considerando la situazione di certe indu– strie, divenisse necessario andar oltre il 20%. 1139 Le organizzazioni locali furono lasciate con la sola funzione di met– tere in pratica la falcidie "in conformità alle istruzioni del Ministero delle corporazioni e del segretario generale del partito. " 40 Nella prima metà del 1928, i salari continuarono a subire altre riduzio– ni.41 Il 1° agosto 1928, Mussolini ordinò solennemente che nessun'altra ridu– zione dovesse piu aver luogo. 42 Ma i salari continuarono ad andare giu sen– za nessun rispetto per gli ordini del "duce." Le stesse statistiche ufficiali hanno dovuto riconoscere che essi scesero dal numero indice 545 nel 1° semestre del 1928, a 537 nel 1° semestre del 1930. 43 Nell'agosto 1930 la Confederazione dei sindacati agricoli inviò agli uf– fìci dipendenti delle istruzioni in cui si leggeva: "Abbiamo già dato ridu– zioni salariali per alleviare la crisi. Non è quindi il caso di parlare di ridu– zioni salariali. " 44 Tre mesi non erano passati e il "caso di parlare" si pre– sentava, e come! Nel novembre 1930 il governo ridusse gli stipendi dei suoi impiegati del 12% e ordinò alle amministrazioni locali di fare altrettanto. I datori di lavoro e le organizzazioni sindacali, in conformità alla politica delineata dal governo, ordinarono subito nuove riduzioni di salari, dall'8 al 10% nell'industria e dal 15 fìno al 20% nell'agricoltura, con l'ammissione 39 "Corriere della Sera," 8 ottobre 1927. Cfr. "Informations Sociales," 31 ottobre 1927, pp. 161-3. 40 In un discorso tenuto a Trieste il 30 giugno 1929 il segretario generale del partito domandò ai "nostri camerati," padroni di non dimenticare "che un anno e mezzo prima il fascismo aveva ordinato una riduzione di un decimo dei salari, e poi di un altro decimo." In una lettera al "Daily News" del 18 giugno 1925, Villari comunicaya la seguente informazione: "Riguardo alle paghe, queste sono state falcidiate dal 10 al 20%. Queste riduzioni sono state accettate dopo una libera discussione tra padroni e lavoratori." H. W. ScHNEIDER, Italy Incorpo– rated, New York, Italian Historical Society, 1928, p. 12, asseri che nel 1927 l'organizzazione fascista "dettava i limiti oltre i quali le paghe non potevano essere ridotte." Ecco una maniera intelligente per trasformare un provvedimento che danneggiò gli operai riducendo i salari, in un provvedimento che li protesse da ogni eccessiva riduzione. 41 Per esempio a Milano, nel marzo 1928, tutti i salari furono decurtati da lire 1 a lire 0,65 al giorno. A Torino le paghe dei metallurgici già ridotte del 20%, per effetto del contratto del febbraio precedente, furono ancora ridotte del 5%, ecc. 42 "Corriere della Sera," 4 agosto 1928. 43 MORTARA, Prospettive 1931, p. 459. Nelle Prospettive 1932, p. 566, il numero indice del 1928 è sceso da 545 a 530; in conseguenza, invece di avere fra il 1928 e il 1930 una discesa da 545 a 537, abbiamo un'ascensione da 530 a 537. Misteri delle statistiche fasciste. 44 "Corriere della Sera," 17 agosto 1930. 518 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=