Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Capitale e lavoro nell'ltali-a fascista duzione di paghe, un piccolo sacrificio di oggi, può evitare un molto piu grande sacrifi– cio domani. 28 . È assai probabile che nel febbraio 1928 i 500.000 operai metallurgici avrebbero rinunziato volentieri ad aumentare con una nuova unità le stati– stiche dei contratti collettivi conchiusi dai fascisti. Perché i lettori si facciano un'idea concreta del massacro a cui i salari sono stati sottoposti dal 1927 in poi nei contratti collettivi fascisti, prendia– mo un altro esempio: quello dei 180.000 lavoratori delle risaie (mondariso), la piu parte donne. Il 16 marzo 1927, i rappresentanti dei coltivatori di riso e i funzionari dei sindacati stabilirono un contratto salariale per il raccolto della veniente stazione, sulla base del quale i lavoratori che emigravano da altre provincie alle risaie, avrebbero dovuto ricevere L. 19,50 al giorno in– vece di L. 22,50, quelli che abitavano vicino alle risaie L. 18,90 invece di L. 20,40. Il raccolto dura da 30 a 40 giorni. Dopo che il raccolto era andato innanzi per una quindicina di giorni, i datori di lavoro dichiararono che essi non potevano piu pagare i salari stabiliti, perché nel frattempo il ·prezzo del riso era diminuito del 25%, Se il prezzo del riso fosse aumentato, nessuno avrebbe pensato a crescere le pagh~ dei lavoratori. I funzionari dei sindacati offrirono generosamente un'ulteriore riduzio-– ne da 19,50 a 18,90 e da L. 18,90 a 18,30. I padroni stimarono non fosse sufficiente. La disputa fu portata dinanzi alla magistratura del lavoro. Que– sta, con una sentenza del 14 luglio 1927, ammise che i datori di lavoro ave– vano diritto ad una revisione del contratto di paga in vista della caduta dei prezzi, ma non di "lasciare che le conseguenze del nuovo stato di cose rica– dessero unicamente sui lavoratori"; permise le diminuzioni offerte dai funzionari dei sindacati, e ordinò ai mondariso di restituire ai padroni quello che già avevano ricevuto in eccesso. 29 I lavoratori subirono un'ulteriore ri- 28 La stampa di tutti i paesi fu inondata di telegrammi proclamanti che, per la prima volta, in Italia, gli operai metallurgici avevano ottenuto un contratto di lavoro nazionale che fissava un minimo di paga, una vacanza annuale, e uffici di collocamento; cioè la propaganda presentò come conquiste del 1928 quei frammenti del contratto del 1920 che erano sopravvis– suti al massacro fascista del 1928. Perfino il corrispondente parigino del "Daily News," un giornale non sospetto di simpatie fasciste, si lasciò traviare dai giornali francesi affiliati alla propaganda e inviò il seguente telegramma (28 febbraio 1928): "Un grande successo di Musso– lini - Un messaggio da Milano annuncia che Mussolini considera il patto di lavoro per i me– tallurgici, appena firmato, come il suo piu grande successo nel campo dell'industria dall'as– sunzione al potere. Quel patto stipula per varie centinaia di padroni di stabilimenti i modi e le regole della loro gestione. Un minimo di paga e, in principio, la giornata di otto ore, devono essere imposti; ogni fabbrica deve avere una cassa ammalati e di mutuo soccorso con eguali contributi dei padroni e degli operai. D'altra parte, una rigida disciplina sarà applicata nelle fabbriche, sarà stabilita una scala di multe varianti dal 20 al 50% del salario. Gli operai avranno sei giorni di vacanza pagati all'anno, e se gli stabilimenti cambieranno di proprietario i loro diritti rimarranno intatti. Si provvederà anche ad un compenso, proporzionato alla durata del servizio, in caso di licenziamento." 29 "Corriere della Sera," 20 luglio 1927; I.L.O. "Informations Sociales," 25 luglio 1927, p. 137, e 1 ° agosto 1927, p. 191. Il "Times," 16 luglio 1927 riferi la sentenza nei seguenti termini: "La magistratura del lavoro (istituita per risolvere le dispute tra datori di lavoro e operai) ha respinto ieri il ricorso della Federazione dei lavoratori agricoli contro una dimi– nuzione di paghe ai mondariso superiore ai 60 centesimi ammessi dalla Federazione dei sindacati fascisti. La magistratura ha ordinato ai padroni di pagare gli arretrati delle ritenute da essi fatte mentre il caso era sotto giudizio." Ecco come si fa la storia! 513 BiblotecaGino Bianco.

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