Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo meno ai lavoratori "intelligenti e competenti, dire molte verità utili a saper– si"; e questo per le seguenti ragioni : 1) che riunioni di categoria per di– scutere non sono regolarmente tenute; 2) che spira sempre un'aria di diffi– denza e paura tale che nessuno si vuole esporre alle conseguenze di essere accusato certamente e immancabilmente come oppositore al regime, con non desiderabili conseguenze personali e familiari. Insomma la massa dei soci non ha nelle organizzazioni nessuna parte attiva. Quando i fascisti parlano di associazioni di datori di lavoro e di as.– sociazioni di lavoratori, che mandano telegrammi di omaggio al "duce," che concludono contratti di lavoro, ecc., noi dobbiamo sempre ricordarci che quelle parole indicano non i soci delle organizzazioni, ma i funzionari delle organizzazioni medesime, i quali debbono rendere conto della loro opera non ai loro soci, ma ai loro superiori gerarchici, al governo e ai capi fascisti. Da chi e con quale procedura sono designati i segretari locali e provin– ciali, e i presidenti, i segretari e i direttort delle Federazioni e Confederazio– ni nazionali? La legge del 3 aprile 1926 diceva solamente che i presidenti e i segreta– ri sono "o eletti o nominati" e si asteneva dall'aggiungere altro. Il regola– mento del 1° luglio 1926 lasciava ancora questo punto nel mistero. Per ve– der chiaro in questa faccenda occorre studiare tutto quel diluvio di "carte" con cui il governo ha disciplinato il funzionamento delle organizzazioni lo.– cali, provinciali e nazionali. 13 Inoltre bisogna ricordare che nell'Italia fasci– sta, piu che in qualunque altro paese, vi è, ai margini della legge scritta, e molte volte sopra di essa, la legge non scritta, che integra e spesso altera la prima, e senza la cui conoscenza non si ottiene che un'idea assai inesatta della realtà. Questa legge non scritta si scopre esaminando le notizie minute che danno i giornali sul funzionamento giornaliero delle istituzioni. Gli statuti delle organizzazioni locali vorrebbero che i segretari fosse– ro eletti dai soci. Ma quella che negli statuti è chiamata "elezione" non è mai una vera e propria elezione con votazioni segrete su liste di candidati liberamente proposte agli elettori da differenti comitati. La "elezione" av– viene sempre nel modo seguente: qualcuno nell'assemblea, d'accordo coi funzionari uscenti e con i gerarchi locali del partito, propone i nomi che debbono essere "eletti," e invita l'assemblea ad "eleggerli" per acclamazio– ne; qualche volta il presidente della riunione spinge lo scrupolo fìno a do– mandare che l'assemblea voti per alzata di mano, o per alzata o seduta; il resultato è che l'assemblea approva sempre all'unanimità: chi osasse votar contro, diventerebbe una pecora segnata. Nelle organizzazioni provinciali e nazionali, la massa dei soci non ha neanche la funzione di "acclamare" perché alle riunioni di questi organi- 13 La "Gazzetta Ufficiale" e il "Bollettino del lavoro" del luglio 1926 danno questi do– cumenti. Gli statuti delle :i~soçiazioni cli lavoro sono stati molte volte riformati: l'ultima redazione ~ del 1934, 5Q4 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=