Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Capitale e lavoro nell'Italia fascista dalle superiori gerarchie della loro organizzazione e dal prefetto della pro– vincia. Nel caso delle Federazioni e Confederazioni nazionali, la sorveglian– za è esercitata dal Ministero delle corporazioni il quale controlla i bilanci, modifica o annulla qualsiasi decisione. 8 I presidenti, direttori e segretari di qualunque categoria o rango devono "dare indubitabili garanzie di lealtà nazionale" (cioè fascista). Essi possono essere licenzia ti dal governo non appena cessino di fornire una sufficiente dose di indubitabile fedeltà al re– gime. Il governo può nominare, e nomina assai spesso, commissari straordi– nari per dirigere qualunque organizzazione, di qualunque grado. Può to– gliere il riconoscimento legale ad un'organizzazione se il Ministero delle corporazioni lo considera necessario "per seri motivi." Non è ammesso ap– pello contro le sue decisioni. In breve, un'organizzazione gode il riconosci– mento legale e i conseguenti privilegi, soltanto se obbedisce alla regola comune a tutte le associazioni in regime fascista, cioè se si lascia control– lare da uomini di fiducia del partito dominante e del governo. Rossoni, allora presidente di tutte le Confederazioni nazionali dei sin– dacati fascisti, disse alla Camera dei deputati il 9 dicembre 1925: Tutti quelli che stanno per entrare nelle Associazioni fasciste, specie quando queste sono le sole riconosciute, devono abbandonare l'illusione che possono entrarvi da padro– ni. Essi troveranno noi nelle Associazioni. Le organizzazioni riconosciute sono fasciste. Non sarà mai possibile lavorare nei sindacati contro il nostro regim~ e la nostra rivo– luzione. Mussolini stesso, m un discorso del 31 luglio 1926, proclamò: Le organizzazioni economiche riconosciute, garantite, tutelate nello Stato corpo– rativo, vivono nell'orbita comune del Fascismo: accettano cioè la concezione dottrinale e pratica del Fascismo. Sono guidate da uomini iscritti regolarmente al partito. Né potrebbe essere altrimenti. L'allora segretario generale del partito, Augusto Turati, 1n un discorso del 21 febbraio 1927, asseriva: Non solo nella vita politica e amm1mstrativa, ma anche nelle organizzazioni econo– miche, le Camicie nere di provata lealtà devono essere dovunque in posti di comando. E lo stesso giorno, nel Lavoro d'Italia, Rossoni ripeteva: Non si deve credere che le organizzazioni di datori di lavoro e lavoratori possano mai liberarsi dal controllo del partito fascista. Abbiamo sempre sostenuto che la selezione dei capi per le organizzazioni economiche deve essere fatta dal partito. Respingiamo l'in– ganno della neutralità politica. 9 s Art. 3 della legge 3 aprile 1926, e artt. 15, 23, 29, 30 del regolamento del 1° luglio 1926. 9 M.LLE LION, Pedigree of Fascism, p. 231, freddamente scrive: "Le nuove associazioni non devono avere nessun colore politico." 501 BiblotecaGino Bianco

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