Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo tersi proprio dopo la terza conciliazione del settembre 1931, e perché Pio XI aveva sentito anche lui il bisogno urgente di accettare le dimissioni in– vece di consigliare il prelato a rimanere al suo posto, magari nominandogli un "ausiliare," come il diritto canonico consente in caso di malattia. Al– l'Osservatore Romano rispose la Kolnische Zeitung accusandolo di avere citato dalla lettera di monsignor Saedej le sole parole che facevano comodo a Sua Santità. Monsignor Saedej era stato invitato piu volte dal visitatore apostolico vescovo Luca-Passeto, durante il 1931, a dimettersi, ma aveva rifiutato. Alla fine di settembre, subito dopo la nuova conciliazione, rice– vette dal visitatore l'ordine espresso di dimettersi. Prima di obbedire, do– mandò delle garanzie sui criteri con cui sarebbe stata fatta la nomina del suo successore, e si dimise solo dopo, che queste garanzie gli furono date. Ma ottenute le dimissioni, Pio XI non mantenne le promesse, e affidò la dio.– cesi a un agente del governo fascista. Fu solo allora che l'arcivescovo di– missionario scrisse la lettera del 3 novembre, nella quale ringraziava, è vero, il papa di avere accettato le sue dimissioni, ma ricordava anche sotto quali condizioni egli si era dimesso. L'Osservatore Romano non aveva avuto la lealtà di pubblicare il testo intero. La Politika di Belgrado, 17 marzo 1932, riproducendo la rivelazione della Kolnische Zeitung, domandò al- 1'organo ufficiale del Vaticano perché si asteneva con tanta tenacia dallo spiegare le ragioni che avevano indotto Pio XI ad affidare la diocesi di Gorizia, non ad un uomo neutrale, ma ad uno slavofobo, sacrificando ai fascisti i diritti religiosi della numerosa popolazione slava. L'Osservatore Romano tacque dignitosamente per alcune settimane. Finalmente, il 3 apri– le, si decise a rispondere, non alla Kolnische Zeitung 1 ma a Politika, dichia– rando che la "indegna pubblicazione" del giornale di Belgrado "attribuiva alla Santa Sede non solo fatti ed accordi del tutto inventati, ma altres1 pro– positi ed intenzioni altamente offensivi di quel sentimento di giustizia e di vera carità con i quali la Santa Sede abbraccia tutti i popoli cattolici"; il Nunzio Apostolico a Belgrado aveva protestato contro la pubblicazione presso il governo jugoslavo, "confutando le false e ingiuste insinuazioni" in una "ben motivata nota"; e il governo aveva deplorato la pubblicazione del giornale serbo. Ma l'organo del Vaticano si guardò bene dal pubbli– care la lettera di monsignor Saedej, e continuò sempre a non spiegare per– ché Pio XI avesse affidato la diocesi di Gorizia a un prete fascista; né fece conoscere le confutazioni delle false insinuazioni contenute nella nota al governo jugoslavo. Dopo che Mussolini fu ricevuto ufficialmente in Vaticano, 1'11 febbraio 1932, e che i giornali fascisti furono autorizzati a celebrare la "piena armo– nia di vedute" fra Pio XI e Mussolini, la situazione del clero slavo nella Venezia Giulia diventò assai piu difficile. Il questore di Pola cominciò a ci– tare nei suoi uffici i parroci slavi esigendo da loro che smettessero le pre– diche slave e l'istruzione religiosa dei fanciulli nella lingua materna e mi– nacciandoli coll'ammonizione politica, con la sorveglianza speciale e anche 496 BiblotecaGino Bianco

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