Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Pio Xl e gli allogeni tenute nelle parrocchie, sia con le prediche, i cori, le conferenze e la divulgazione di pubblicazioni slave nelle case dei contadini. Mentre le organizzazioni giovanili create dal Partito lungo la zona del confine giuliano sono state modellate secondo le spirito fascista e il sentimento della nostra scuola, i preti slavi nelle sacristie e nelle parrocchie di campagna, lontani da ogni controllo, compiono sistematicamente sull'infanzia ignara, azioni antitaliane che sono spesso coperte dalla bandiera tricolore che sventola sul cam– panile nei giorni di festa... Anche nei comuni dove la popolazione è per metà italiana, costituita da soldati, impiegati, maestranze e ferrovieri, le funzioni e le prediche sono tenute in lingua slava... La propaganda viene sviluppata anche nella gestione delle bi– blioteche, nella istruzione dei cori slavi e nell'insegnamento scolastico privato e nelle congregazioni religiose delle Figlie di Maria e delle Figlie di S. Ermacora. Migliaia di copie di Koledar Gorike Mahojeve Druzbe '31 sono state diffuse tra i giovani e seque– strate poi dalle nostre autorità nella parrocchia di S. Giovanni a Zaule. Alle Noghere, ad Ospo, a Stramaso un prete si vanta e celebra il martirio di un suo fratello che è stato condannato per comunismo dal Tribunale Speciale. Cattinara e Basovizza hanno un par– roco che è superbo di diffondere pubblicazioni slave ricevute da oltre confine e migliaia di esemplari di un libretto slavo dal titolo: La madr~ insegna a pregare al bambino. I fascisti prendevano di mira nelle loro polemiche specialmente l'arci– vescovo di Gorizia, monsignor Francesco B. Saedej, accusandolo di inco– raggiare il clero slavo nella resistenza contro la italianizzazione 9 ; e doman– davano che "un prelato italiano occupasse la cattedra arcivescovile di Go– rizia" e che il seminario di Gorizia "il cui corpo ipsegnante era quasi tota} ... mente slavo, 11 fosse sostituito con un nuovo seminario, "i cui professori fossero mandati da Roma: solo cos1 sarebbe stata mutata la penosa situa.– zione di inferiorità in cui l'Italia si trova in quella zona di frontiera. 1110 Poche settimane dopo la terza conciliazione, monsignor Saedej si di– mise dalla carica, e Pio XI nominò a "amministratore apostolico," cioè com– missario straordinario con funzioni di vescovo, per la diocesi di Gorizia, un nazionalista italiano proveniente dall'Istria, che una volta si chiamava mon– signor Sirotic ed ora si chiama monsignor Sirotti, e che immediatamente iniziò con grande plauso dei fascisti locali, l'opera di "italianizzazione" del clero. Chiunque voleva capire, cap1 che le dimissioni di monsignor Sae– dej erano uno degli effetti della conciliazione, e che Pio XI aveva ancor una volta venduto la minoranza slava al fascismo. 11 L'Osservatore Romano, 17 dicembre 1931, cercò di dissipare quella con– vinzione generale annunziando che monsignor Saedej si era dimesso per ragioni di salute, come era dimostrato dalla sua morte avvenuta poche set– timane dopo, e aveva scritto, in data 3 novembre, una lettera nella quale "umiliava a Sua Santità i piu profondi e devoti ringraziamenti per avere accolto benignamente la sua domanda di esonero dal governo dell'archidio.– cesi di Gorizia." Sfortunatamente per Pio XI, il giornale dimenticò di spiegare perché monsignor Saedej, a differenza di quel che fanno tutti gli altri vescovi, non aveva aspettato pazientemente la morte mvece di dimet- 9 "Corriere della Sera," 7 aprile 1931. 10 "Corriere Padano," 7 maggio 1931. 11 "Kolnische Zeitung," 13 dicembre 1931. BiblotecaGino Bianco 495

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=