Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Pio Xl e gli allogeni ni del maggio 1929, invitò i suoi seguaci a votare per la lista di Mussolini. Pio XI non osò imporre agli slavi la sua volontà, e lasciò che rimanessero senza quella organizzazione che, secondo lui, è in tutti gli altri paesi del mondo una assoluta necessità. Gli slavi soggetti alla dominazione sono l'uni– co popolo cattolico del mondo a cui non sia permesso avere nessuna rivi– sta religiosa, neanche un bollettino, nella propria lingua. Pio XI non trova nulla da ridire neanche in questo fatto: si limita a... pregare. Non è certo per far dispiacere a lui, che i vescovi di Zara, di Fiume, di Parenzo e di Trieste mettono preti italiani al posto dei preti slavi nelle parrocchie, via via che queste si rendono vacanti, o non appena sia loro possibile fare la sostituzione senza grande scandalo. Non è certo contro la volontà di Pio XI che i suoi vescovi cercano, dovunque sia possibile, di sostituire l'italiano come lingua dell'insegnamento religioso e della predi– cazione. Alla fine del 1930, trenta parrocchie, una volta amministrate da preti slavi, erano già passate nelle mani di preti italiani. Il vescovo di Fiume consente che la colonia magiara di Fiume - poche centinaia di persone - abbia la predicazione nella sua lingua materna, ma vieta, nelle chiese della città, l'uso dello sloveno e del croato, sebbene vi siano in Fiume da 15 a 20 mila slavi. Ad accelerare la "italianizzazione" dei villici, e non certo alla insaputa e contro la volontà di Pio XI, l'Ordine dei cappuccini, nel 1930, in– sediò nel convento di Santa Croce, presso Aidussina, un equipaggio di fra– ti italiani al posto di frati slavi, che furono spediti al di là della frontiera, in Jugoslavia. La stampa fascista loda questi "ottimi religiosi italiani" be– nemeriti di una "salutare propaganda nazionale. " 4 Nella notte del 26 feb– braio 1931, tre bombe - del resto innocue - scoppiarono nel giardino e nel corridoio del convento, per dimostrare ai frati quru1:togli slavi fossero loro riconoscenti per la loro salutare propaganda. 5 I preti slavi - quelli che non sono ancora stati sostituiti da preti ita– liani - resistono meglio che possono alle pressioni dei vescovi e alle pre– potenze dei fascisti. Nell'autunno del 1929, il prete Karel Essich fu con– dannato a un anno di confino perché nella sua chiesa aveva fatto sparire dalle immagini della Via Crucis le leggende italiane che i fascisti avevano, di propria autorità, incollate sulle leggende slave: questo nel villaggio slavo di Krkavce (Carcasse). Nel gennaio del 1931, don Simeone Frulié, parroco di Castelverde (presso Pisino), fu denunciato all'autorità giudiziaria per avere ·distribuito ai contadini le pubblicazioni della Società di S. Ermacora "contrarie all'ordine nazionale dello Stato." Fatto piu grave: il detto parro– co Frulié "era uno dei soli, anzi l'unico in. Istria ad ostentare nella firma degli atti parrocchiali l'accento acuto croato sull'ultima lettera del suo cogno– me. 116 Nel marzo 1931, don Leopoldo Jurca, parroco di Villa Treviso (presso Pisino) ed il suo sagrestano furono condannati ad un'ammenda di 100 lire per 4 "Corriere della Sera, 11 27 febbraio 1931. 5 "Corriere Padano, 11 27 febbraio 1931. 6 "Corriere Padano," 29 gennaio 1931. BiblotecaGino Bianco 493

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