Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo che ha potuto fare, l'ha fatto; giacché egli è un padre che pensa a tutti i suoi figli, e prima degli altri, a quelli che soffrono. "Ma, dite ai vostri cattolici che Noi non siamo liberi e che i rapporti della Chiesa e dello Stato in Italia sono esattamente gli stessi che al 21 settembre 1870. Anche per l'avvenire Noi faremo ciò che ci sarà possibile di fare, e Noi pregheremo. Ma c'è da temere che dei nuovi sforzi da parte Nostra non servano che ad aggravare la situazione, anziché a migliorarla. 112 Anche Pio IX, Leone XIII, Pio X e Benedetto XV fra il 21 settembre 1870 e il marzo 1928 avevano pregato perché le cose andavano male; ma non si erano limitati a pregare: avevano anche protestato senza domandarsi se avrebbero o no aggravato la situazione. Nel marzo 1928, quando parlava al cardinale Piffl, Pio XI era da un anno e mezzo in trattative con Mus– solini per mettere su nuove basi i rapporti della Chiesa e dello Stato in Italia. In queste trattative egli fece realmente per gli allogeni "quel che gli era possibile": domandò che "l'insegnamento religioso nelle classi elemen– tari delle nuove provincie fosse fatto nella lingua materna": questa era la tesi. Mussolini rifiutò.3 Pio XI si piegò a si mise a... pregare: questa era l'antitesi. In quelle trattative, Mussolini aveva anche lui la sua tesi: la conoscenza della lingua italiana doveva essere obbligatoria per tutti i vesco– vi e i parroci. A questa tesi di Mussolini Sua Santità non oppose nessuna antitesi: la accettò nell'articolo 23 del Concordato; si scordò di esigere che anche la conoscenza della lingua locale fosse necessaria nelle zone alloglotte. Data l'autorità che i cattolici tedeschi hanno nel Vaticano, Pio XI si tiene piuttosto riservato nelle questioni che sorgono nell'Alto Adige fra il clero tedesco, le autorità laiche e i fascisti. Lascia la via libera ai fascisti, ma non li favorisce attivamente: applica coscienziosamente il metodo della preghiera. Pilato si lavava le mani, Pio XI prega. Ma i cattolici sloveni e croati non hanno la stessa autorità dei tedeschi. Perciò, nella Venezia Giu– lia, Pio XI favorisce attivamente la politica snazionalizzatrice fascista. Nel Concordato dell'll febbraio 1928, Pio XI ottenne per l'Azione cattolica in Italia il diritto di esistere, di tenere le sue adunanze, di pubblicare i suoi bollettini, di fare la sua propaganda religiosa e di questi diritti dell'Azione cattolica egli è estremamente geloso, in Italia come in tutti gli altri paesi. Il Concordato non faceva nessuna distinzione fra cattolici italiani e cattolici allogeni: agli allogeni non era concesso esplicitamente di avere un'organizzazione propria, ma non era neanche vietato. I vescovi della Ve– nezia Giulia, seguendo evidentemente una parola d'ordine venuta dal Vati– cano, invitarono gli slavi a mescolarsi con gli italiani nella Azione cattolica italiana. Gli slavi si rifiutarono, rivendicando il loro diritto ad avere un'or– ganizzazione propria, come tutti gli altri popoli cattolici del mondo. Quelli fra essi, che avessero esitato nella condotta da tenere, furono confermati nella tattica del rifiuto dal fatto che l'Azione cattolica italiana, nelle elezio- 2 Comunicato della "Amtliche Nachrichtenselle," pubblicato sui giornali cattolici del 24 marzo 1928. ma ignorato dall"'Osservatore Romano," organo ufficiale del Vaticano. 3 MARIO M1ssrnou, Date a Cesare, Roma, Libreria del Littorio, 1929, pp. 427, 454. 492 BiblotecaGino Bianco

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