Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'ascesa di Mussolini al potere da lo scettro di Mussolini, io continuerò a fare il mio dovere nella lotta per la libertà e per l'onore del popolo italiano. Questo dovere lo farò dove posso farlo: cioè all'estero e non 1n Italia, dove non potrei far nulla, perché la mia voce sarebbe soffocata. lo ero italiano prima che Mussolini mi togliesse la nazionalità. Rimasi italiano dopo che Mussolini me la tolse. Non mi sento diventato piu ita– liano dopo che Mussolini me l'ha ridata. L'anima. di un uomo non può essere né confiscata né restituita da nessun decreto reale. L'anima mia ap– partiene a me. Non è Mussolini che deve dare l'amnistia a noi. Siamo noi che ci rifiutiamo di dare l'amnistia a lui ed ai suoi complici: primi fra tutti il re e il papa. E quest'amnistia non la daremo mai: non per spirito di ven– detta, ma per sentimento di giustizia. Una pagliacciata come quest'amni– stia, preparata per liberare dalla prigione migliaia di fascisti ladri, banca– rottieri, e ruffiani, merita una sola risposta: le due parole che Antonio Scie– sa disse al boia austriaco: "Tiremm innanz." L'ascesa di Mussolini al potere' Al direttore del "Current History" Nel descrivere su Current History dell'ottobre 1932 le trattative intercor– se il 28 ottobre 1922 tra Mussolini e Salandra circa gli incarichi del ministero che Salandra stava tentando di formare, ho affermato che tali trattative fu– rono improvvisamente interrotte quando un amico di Mussolini, Aldo Pinzi, preso il ricevitore telefonico dalle mani di Mussolini, dichiarò a Salandra di "f 1 M 1· . " ar argo a usso 1m. In un telegramma da Roma, in data 25 ottobre 1932, Pinzi ha categori– camente smentito di aver recitato· una parte del genere nell'ascesa di Mus.– solini al potere. La mia versione si basa sulla seguente deposizione, firmata da G. Schiff-Giorgini, in data Parigi 10 giugno 1927: Nel pomeriggio del 28 ottobre 1922, verso le sette pomeridiane, il re, dopo aver rifiutato di firmare, la mattina del giorno stesso, il decreto che doveva porre il paese in stato di assedio, pensò di poter risolvere la crisi invitando Salandra a formare un nuovo ministero. De Vecchi telefonò da Roma a Mussolini, offrendo a lui e ai suoi amici quattro 1 Da "Current History," New York, febbraio 1933. [N.d.C.] 489 BiblotecaGino Bianco

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