Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

La clemenza di Mussolini costoro saranno liberati poco piu che la metà, 639; gli altri 417 rimarranno sempre in prigione a meditare sulla generosità dell'" amnistia generale." Parecchi dei 639 prigionieri politici oggi liberati erano stati condannati a cinque anni di prigione o a meno di cinque anni, fra il 1928 e il 1932: essi avrebbero, perciò, dovuto essere liberati anche senza che Mussolini si distur– basse a concedere loro l'amnistia. Per quanto riguarda quegli oppositori politici, che sono stati internati dalla polizia sulle isole o al confino per "aver manifestato deliberatamente l'intenzione di commettere atti capaci di opposizione all'azione delle auto– rità dello Stato," sono esplicitamente esclusi dalla cosf detta amnistia generale. Il comunicato ufficiale innanzi ricordato fa sapere che essi sono 1086, e che sebbene essi non possano approfittare dell"' atto di clemenza," la polizia ne rimanderà a casa, nei prossimi giorni, 595; ma non spiega che parecchi di costoro erano stati condannati a cinque anni o a meno di cinque anni di confino tra il 1928 e il 1932, e avrebbero perciò dovuto essere liberati senza nessun suono di gran cassa allo spirare della loro condanna. Gli altri 491 continueranno nei luoghi di confino a meditare sulla clemenza del "duce." Si intende che rimane sempre in vigore la legge del 2 novembre 1926 che autorizza la polizia ad inviare alle isole o al confino chiunque "per aver manifestato deliberatamente l'intenzione etc. etc." Siccome i 639 prigionieri politici che usciranno dal carcere "hanno de– liberatamente manifestato etc. etc.," tanto è vero che sono stati condannati al carcere per cinque anni, ne consegue che la polizia potrà benissimo man– darli tutti a prendere il posto dei 595 internati che avranno il permesso di ritornare a casa. E anche questi saranno internati da capo, a discrezione del– l'autorità di polizia, non appena questa abbia qualche nuovo sospetto sulla loro "deliberata intenzione." La beffa raggiunge il colmo quando si tratta di quegli italiani che vi– vono all'estero, ed hanno commesso all'estero uno di quegli infiniti "reati," per cui il codice penale fascista minaccia pene feroci: per esempio da 5 a 24 anni di prigione per chi "fuori del territorio dello Stato diffonde o co– munica voci o notizie false, esagerate o tendenziose sulle condizioni interne dello Stato, per modo da menomare il credito o il prestigio dello Stato al– l'estero" (art. 259 del nuovo codice penale fascista): "delitto" che io sto commettendo in questo momento, mentre scrivo quest'articolo. Le persone condannate o degne di essere condannate per questo genere di "delitti" go– dranno di una riduzione di cinque anni, se saranno cos1 bravi da tornare in Italia entro quattro mesi dalla data dell'amnistia per farsi processare e condannare. Fra queste persone, che vivendo all'estero si sono caricate di tutti i de– litti possibili e immaginabili, diciassette furono condannate nell'ottobre 1~26 alla perdita della cittadinanza e alla confisca dei beni, in forza di una legge del 31 gennaio 1926. La pena fu pronunciata non da magistrati, ma da una comm1ss1one amministrativa presieduta dal ministro degli Interni; la com- 483 BiblotecaGino Bianco

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