Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui Preziosi cominciò a protestare subito dopo il Patto di Roma. Che Sonnino, poi, non sapesse nulla dei colloqui Mola-Trumbich, è troppo inverosimile; quei colloqui erano noti a tutti; gli appunti presi dall'Emanuel di quei collo– qui circolavano dattilografati per le mani di molte persone: io ne ebbi una copia. Possibile che nessuna spia ne abbia dato notizia a Sonnino? La verità è che il giudeo lasciò fare: se il tentativo antiaustriaco non riusciva, poco male; se la situazione militare migliorava, si sarebbe messo avanti lui dicendo di non saper nulla. E probabilmente faceva questo doppio gioco d'accordo con Orlando. Sforza mi diceva nell'estate del 1921 che Sonnino spese per la propa– ganda del Patto di Londra 8 milioni; Tittoni, 1 milione; Scialoja 800 mila lire; lui Sforza 400 mila lire. Schanzer ha speso 5 milioni: altra notizia datami da Sforza a Parigi nell'ottobre scorso. 4 dicembre Ieri sera ho desinato con Asme Howard, ambasciatore britannico a Madrid. Mi raccontava che Lloyd George, al Congresso di Parigi, teneva tutti i tecnici senza far nulla e senza interrogarli mai: per due mesi Ho– ward non ebbe assolutamente nulla da fare. Egli avrebbe voluto che tutti i territori misti fossero occupati da truppe interalleate subito: si sarebbero evitati molti guai. In venticinque anni di occupazione e di amministrazione imparzial_e, le popolazioni avrebbero imparato il vantaggio della libertà e del rispetto di tutte le opinioni nazionali, religiose e politiche: si sarebbero rifiutati di aggregarsi ai vicini; si sarebbero formate in tutte le zone con– testate tante Svizzere pacifiche e neutrali; la occupazione immediata di tut– ti quei territori sarebbe costata all'Intesa qualche miliardo ma ne avrebbe risparmiati tanti altri. Ma non trovò in Lloyd George nessun consenso. "Tutti volevano afferrare, nessuno si preoccupava dell'avvenire." Wilson non aveva nessuna idea precisa su nulla: non aveva sulla Società delle Nazio– ni nessun piano concreto. Lloyd George, che poteva orientare il Congresso d'accordo con Wilson e imporre le soluzioni dei problemi continentali eu– ropei, non aveva nessuna idea chiara su niente: si lasciava consigliare non dai tecnici del Foreign Office, ma da ignoti, prevalentemente ebrei. Howard è ostilissimo a Lloyd George: lo considera come il grande sabotatore del– l'Europa d'oggi. È stata questa la mia idea. E sono contento di trovarmi d'accordo con Howard. A proposito di Lloyd George e di Wilson, l'ambasciatore De Maetrin mi diceva a Londra nell'ottobre scorso, che Lloyd George promise a Wilson di appoggiarlo nella idea di introdurre il covenant della Società delle Nazioni nel trattato di pace, purché Wilson abbandonasse la libertà dei mari. L'àc– cordo avvenne quando Wilson andò in Inghilterra. Howard è d'accordo con me anche quando dico che gl'inglesi debbo- 23 e 3 o eca Gino Bianco

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