Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Il fascismo e le minoranze darli alle scuole italiane nuovamente istituite - e consideravano come ita– liane non solo le famiglie che liberamente si dichiaravano tali, ma anche quelle che portavano cognomi italiani o cognomi di cui le autorità stesse decidevano che avessero una origine italiana. Dopo la marcia su Roma, gli stessi metodi, che prima della guerra sollevavano l'opinione pubblica del mondo civile contro i russi operanti in Finlandia e in Polonia, contro i prussiani che cercavano di "snazionaliz– zare" polacchi, danesi e alsaziani, e contro i magiari oppressori dei ro– meni e degli slavi - questi stessi metodi, esagerati fino al grottesco, fino all'assurdo, furono introdotti metodicamente dalla dittatura fascista contro i tedeschi dell'Alto Adige, gli sloveni e croati della Venezia Giulia, i greci delle isole dell'Egeo, e finanche gli abitanti della Valle d'Aosta che parlano francese. Questi ultimi hanno per secoli appartenuto al Piemonte. Nessun dubbio è mai esistito quanto al loro attaccamento all'Italia. Ma il · ciclone del fanatismo fascista ha tra volto anche loro. Moltissime fra le brutalità, di cui hanno a lamentarsi gli "allogeni" sotto il regime fascista - abolizione dei diritti personali e delle libertà di parola, di stampa e di associazione, scioglimento delle organizzazioni non fasciste e trasferimento dei loro beni alle organizzazioni della polizia, re– gime di terrore contro i sospetti, soppressione delle libere elezioni e delle autonomie comunali e provinciali, eccessiva fiscalità, sperperi per opere pubbliche inutili, dissipazione dei patrimoni comunali, ecc. ecc. - non sono un privilegio speciale degli "allogeni." Fra gli italiani della Venezia Giulia, quando una ragazza se ne scappa con l'innamorato verso ignoti de– stini, la famiglia usa pubblicare sui giornali un avviso, in cui scongiura la fuggitiva di tornare all'ovile, adoperando la seguente formula: "Torna, Maria: tutto ti è perdonato." Dopo che la dittatura "nazionale" ha fatto sentire le sue delizie agli antichi sudditi di Francesco Giuseppe, appaiono spesso sulle mura di Trieste iscrizioni di origine ignota: "Torna, Cecco Beppe: tutto ti è perdonato." Tali avvisi umoristici sono scritti in italiano e non in slavo, e dimostrano che anche per gl'italiani il regime fascista ha riabilitato l'antico governo dell'Austria. Questi fatti vanno ricordati a quel– la buona gente, che fuori d'Italia protesta per il trattamento a cui i fascisti sottopongono i tedeschi dell'Alto Adige e gli slavi della Venezia Giulia, mentre trovano che il regime fascista è buono quando è applicato ai 40 mi– lioni di italiani. Questi fatti vanno ricordati anche a quegli scrittori tedeschi e slavi, che nel denunciare i maltrattamenti, di cui sono vittime i loro con– nazionali in Italia, ne danno la colpa non ai soli fascisti, ma a tutti gli ita– liani, e di regola si astengono scrupolosamente dal far sapere ai loro let– tori che il regime fascista fa sentire il suo peso non solo sugli allogeni, ma sull'intera popolazione italiana. Ma è giusto riconoscere che sugli "allogeni" è caduto un flagello so– prannumerario, di cui non soffrono gli "indigeni": il flagello delle misure 481 BiblotecaGino Bianco

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