Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

La riforma fondiaria I comunisti hanno l'assoluta certezza di possedere il metodo che con– duce il proletariato alla terra promessa. Possedendo quel segreto essi in– tendono imporre le loro soluzioni con la loro dittatura, non solo distrug– gendo le strutture giuridiche della società capitalista, ma anche negando il diritto di cittadinanza a qualunque tentativo di critica, di opposizione, di indisciplina, che possa venire dalla stessa massa proletaria ignorante, cieca, incapace di vedere il proprio bene. La massa del proletariato comprenderà i vantaggi del comunismo dopo che li avrà provati nella vita di ogni giorno, sotto la protezione della dittatura. E se neanche allora li comprenderà, non importa. Li comprenderanno le nuove generazioni nate ed educate nella nuova società costruita e mantenuta dalla dittatura comunista. I comunisti si rifiutano di fare quella distinzione che è classica nella dottrina democratica, fra il governo provvisorio, che si costituisce nei gior– ni della crisi rivoluzionaria, senza nessuna designazione del paese, per uno stato di necessità, e il governo legale che deve succedere al governo prov– visorio al piu presto possibile, non appena il paese possa liberamente e re- . golarmente scegliere i suoi rappresentanti. L'avanguardia comunista, che si attribuisce di governare, se lo attribuisce, non in via provvisoria, ma in via definitiva. Ci siamo e ci resteremo. E In conseguenza i comunisti affidano alla loro dittatura l'ufficio di risol– vere non solo il problema fondiario ma anche il problema agrario. Espro..– priare economicamente le classi proprietarie, al piu presto e con tutti i mezzi di piu immediata efficacia; questa è la soluzione del problema fondiario. Al resto, cioè alla soluzione del problema agrario, la dittatura provvederà in seguito, giorno per giorno, secondo le necessità e le opportunità con piani quinquennali, decennali, magari centennali. Il tempo non le mancherà visto che non è provvisoria, ma permanente. Tutto questo è perfettamente logico - dato il punto di partenza comu– nista. Ed è perfettamente logico anche il sistema di idee di "Giustizia e Li– bertà," dato il punto di partenza democratico. Bisogna scegliere francamente fra l'una e l'altra direzione di pensiero, non imbrogliare insieme con for– mule oscure ed equivoche le due opposte direzioni di pensiero. Un'altra obiezione, che si può fare e che è stata realmente fatta dai comunisti al programma fondiario di "Giustizia e Libertà," è che esso si pre– occupa troppo di non diminuire la produzione agricola, mentre il vero rivoluzionario deve badare solamente a distruggere la società- capitalistica. Ma anche Lenin, un bel giorno, dové riconoscere che la socializzazione dei prodotti agricoli e le requisizioni facevano morire di fame in Russia troppa gente, e iniziò la Nuova Politica Economica, la Nep: cioè fece, proprio nella questione agricola, molte concessioni al regime della proprietà privata. La esperienza della Russia dovrebbe consigliarci a saltare di pié pari il primo capitolo, cioè la socializzazione universale, e cominciare sèn– z'altro dal secondo capitolo, cioè dalla Nep. Intendiamoci bene. Una rivoluzione antifascista, che n0n volesse essere 471 17 eca Gino Bianco

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