Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

La riforma fondiaria circondato da ogni parte da altri piccoli proprietari o piccoli coltivatori, ognuno dei quali vorrebbe anche lui allargare i gomiti. Eppoi fuori delle terre già occupate, vi sarebbero i braccianti che anch'essi vorrebbero im– padronirsi della terra. Ma non ci sarebbe terra per tutti. Ritorniamo a quel– la che è la difficoltà fondamentale dell'Italia: siamo in troppi. Di fronte a questa difficoltà, la popolazione rurale italiana può prende– re due diverse vie. Una via è quella della guerra feroce, selvaggia, di tutti contro tutti: levati di là, che mi ci metto io. L'altra via è quella del buon senso. Il pic– colo proprietario resta dov'è e nessuno lo disturba. Il mezzadro, il fìttaiolo, l'obbligato restano sulla terra che già coltivano, ma rivendicano a sé la proprietà di quella terra. Dove vi siano terre che non siano già occupate da piccoli proprietari, da mezzadri, da fìttaioli, da obbligati, i braccianti che vi lavorano d'abitudine se ne impadroniscono. Dove la divisione dell'azien– da fra i braccianti rovinerebbe la produzione - per esempio nelle tenute irrigue della pianura padana - là j braccianti si costituiscono in coopera– tive, affidando la direzione dei lavori comuni ad un tecnico, che potrebbe anche essere il vecchio fìttabile, se non si è reso personalmente odioso per prepotenze o albagia. Altre terre che si debbono assegnare ai braccianti so– no quelle che risultano dalle bonifiche fatte coi denari dei contribuenti, e che non sono state ancora occupate. Ma anche con questo rimarranno dei braccianti senza terra. Ebbene, bisogna dire onestamente che questo malanno è, entro certi li– miti, inevitabile salvo che non si determini un rapido sviluppo industriale che assorba i braccianti senza terra. Il malanno si potrà attenuare col cari– co della mano d'opera o coi lavori pubblici; ma non sarà facile sanarlo del tutto. Perché - ritorniamo sempre allo stesso punto - siamo in troppi, e contro questo guaio non ci sono che tre rimedi: uno, immediato, l'emi– grazione; gli altri due, a lunga scadenza, la limitazione delle nascite e lo sviluppo dell'industria. Il metodo di scagliare i braccianti contro gli altri lavoratori non risolve il problema. Il solo metodo ragionevole è quello del- 1' accordo fra coltivatori e braccianti per liberare la terra dalle ingerenze dei non lavoratori e per garantire una vita piu umana a quei giornalieri per i quali non c'è terra sufficiente. O il metodo comunista o il metodo di "Giustizia e Libertà." Contro questo sistema di idee si può sollevare la obiezione che esso non socializza se non in parte l'agricoltura. Questo è vero. Ma chiunque abbia una conoscenza anche rudimentale delle questioni agricole, vi dirà che la terra non tollera regole buone per tutti i tempi e per tutti i luoghi. Nel territorio dello stesso comune, la terra di collina esige una soluzione diversa dalla terra di pianura; nella stessa pianura, un piccolo dislivello di altitudine, un metro, cinquanta centimetri, vi obbligherà ad adottare criteri diversi perché vi metterà di fronte a terre 1rngue e a terre asciutte. L'agricoltura può essere socializzata sulle terre 467 BiblotecaGino Bianco

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