Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti ml fascismo pendenti, di medi e piccoli proprietari agricoli, di medi e piccoli con1- mercianti, di professionisti indipendenti e d'impiegati pubblici e privati. Il proletariato industriale si trova concentrato in masse numerose solamente in alcune grandi città del Nord. Nell'Italia centrale e piu ancora nell'Italia meridionale e nelle isole, manca quasi del tutto quella classe che dovrebbe dare il personale "alla dittatura del proletariato." In Italia cioè il "proleta– riato industriale" è scarso, ma "le classi lavoratrici" formano il grosso del– la popolazione. È quindi sognare ad occhi aperti l'aspettarsi che un proleta– riato numericamente cosf debole faccia la rivoluzione sociale vaticinata da Marx. In Russia - paese a fase industriale arretratissima - Lenin ed i suoi seguaci e collaboratori approfittarono dello sfacelo militare prodotto dallq sconfitta nella guerra esterna e della conseguente anarchia rurale e cittadina, per istituire, non la dittatura dei contadini e proletari sulle altre classi, ma la "dittatura del partito comunista" su tutte le classi, comprese le molti– tudini agricole e compreso quel tanto di proletariato industriale che esiste– va in Russia. Quanto al personale, che ha formato H le gerarchie superiori della dittatura, esso proviene non dal proletariato industriale ma dalla pic– cola borghesia intellettuale. Anche in Italia, un gruppo di uomini risoluti potrebbe, con un colpo di mano, impadronirsi del governo. Dove fu possibile "la marcia su Roma" fascista, potrebbe bene aver luogo una "marcia su Roma" comunista, spe– cialmente se fosse favorita da particolari circostanze, per esempio da uno sfacelo militare in una guerra disastrosa, e se ottenesse il concorso degli addetti ai grandi servizi pubblici e della burocrazia statale. Si vedrebbero allora senza meraviglie, molti nerocamiciati passare armi e bagagli, con non mentito entusiasmo, nei rossi ranghi della Terza internazionale. II Molti non hanno immaginazione sufficiente per prevedere in forma con– creta quel che sarebbe in Italia la dittatura comunista. Eppure non è diffi– cile prevederlo. Prendiamo l'esempio del Piemonte. Nel Piemonte, su 3 milioni di abitanti, vi sono 430 mila operai indu– striali.2 Sottraendo dall'intera popolazione gl'individui inferiori ai 15 an– ni, che ai fini delle lotte politiche non contano niente, e che sono il 30% del totale, abbiamo una popolazione attiva di 2 milioni e 200 persone, fra cui gli operai industriali rappresentano il 20%. Gli operai industriali piemontesi sono raccolti in 65 mila aziende; di queste aziende 26 mila hanno un solo addetto, il quale, dunque, non è un 2 Censimento industriale e commerciale al 15 ottobre 1927, II, 464. Le cifre del 1927 non corrispondono piu alla situazione del 1932. La crisi di questi ultimi due anni deve avere diminuito il numero degli operai industriali. 454 BiblotecaGino Bianco

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