Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo teneva nascosto per "non aver seccature" e per suscitare simpatia, facendo credere di essere morto. Dissero anche che guadagnava quattrini in Ameri– ca, e tutto compreso non aveva corso nessun pericolo. La menzogna non si arrestò neanche innanzi alla morte. Dodici anni dopo, altri aeroplani violarono il cielo di Roma, portando un messaggio, non di riabilitazione e di vita, ma di distruzione e di morte. Nel 1931 la voce di Lauro de Bosis cadde nel deserto. Il suo sacrifi– cio fu vano. - Fu vano? ._ Un atto di eroismo non va mai perduto. Chi muore per un ideale non sa quel che succederà alle speranze del suo cuore. Obbedisce all'appello del dovere. "La voce del mio cor per l'aria sento." Da cosa nasce cosa. Sarà quel che che sarà. Altri ripresero il lavoro di Lauro dove lui dové arrestarsi. Quale lunga schiera di lottatori e di mar– tiri! Senza tanta preparazione e tanti sacrifici gli eroismi dei patrioti italia– ni nella guerra di liberazione non sarebbero stati possibili dopo il settem– bre 1943. Altri mieterono dove lui seminò. Che cosa penserebbe, che cosa farebbe oggi Lauro? Nessuno può da– re una risposta assoluta a domande di questo genere. Lo spirito umano è un complesso di forze e impulsi incalcolabili. Fattori infinitesimali possono condurre lo stesso uomo a reagire dinanzi allo stesso fenomeno nelle ma– niere piu inaspettate. Ma non è in nessun modo pensabile che l'autore di Icaro avrebbe sentito altro che orrore innanzi alle vittorie feroci di Hitler; che non avrebbe protestato con tutte le forze della sua anima quando aero– piani italiani bombardarono e cosparsero di iprite l'Etiopia; che dopo avere salutato con gioia il sorgere della repubblica in Spagna, egli non sarebbe accorso a difendere quella stessa repubblica contro i complici italiani e te– deschi di Franco; che l'alleanza con Hitler, l'attacco all'Albania, l'attacco alla Francia e all'Inghilterra, l'attacco alla Grecia, e poi le disfatte militari e poi la dichiarazione di guerra agli Stati Uniti, e poi l'intera penisola di– venuta campo di battaglie e distruzione agli eserciti di tutto il mondo - insomma dodici altri anni di tragiche esperienze lo avrebbero lasciato im– mobile nelle posizioni del 1931. Nel luglio 1943 Mussolini fu eliminato da un colpo di stato preparato dal re d'accordo coi capi militari e senza dubbio con l'approvazione del Vaticano: proprio quello che Lauro avrebbe desiderato. Ma nel luglio 1943 intervennero nel gioco forze che Lauro non prevedeva, e che del resto nel 1931 nessuno di noi prevedeva. Nel luglio del 1943, il re e i capi militari organizzarono il colpo di stato contro Mussolini, perché le forze anglo-ame– ricane avevano occupato la Sicilia, e i capi militari italiani e il re si erano fino dalla fine dell'anno precedente convinti della inevitabilità della sconfit– ta. Nello stesso tempo, il malcontento popolare montava da ogni parte. I grandi scioperi dell'Italia settentrionale nella primavera del 1943 minac– ciavano di trasformarsi in un movimento rivoluzionario ben piu minaccioso che quel primo movimento economico. Sotto l'incubo delle due minacce - la sconfitta militare e la rivolta popolare - il re e i suoi consorti si deci- 452 BiblotecaGino Bianco

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