Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Lauro De Bosis pidazione chi ne fu testimone. Le strade della città in cui i manifestini ca– devano furono tutte in subbuglio.· La gente leggeva e passava i fogli di roa– no in mano. "Era come vivere in un mondo nuovo, qualcosa che non si era mai sentito per anni." Dopo circa mezz'ora l'aeroplano spad nella notte. Sulla fìne di Lauro si può fare una sola ragionevole ipotesi. Vi erano fra Marignan e Roma meno che cinque ore di volo. La benzina nei due serbatoi era sufficiente per otto o nove ore, cioè non per tornare da Roma a Cannes. Ma vi era un terzo serbatoio che avrebbe dato la benzina neces.– saria per l'ultima parte del volo. Gli assistenti credendo che Lauro sa– rebbe andato a Barcellona e• non a Roma, non pensarono che fosse neces– sario fornire anche il terzo serbatoio. Lauro verso la fìne del viaggio si trovò senza la benzina necessaria. "E il fa tal gorgo sopra lui si chiuse." L'aviazione preposta alla difesa di Roma fu in pieno scompiglio. Gli ufficiali erano tutti assenti dai loro posti, con immenso furore di Balbo e Mussolini. Solo dopo mezz'ora, si fecero vivi, iniziarono la caccia, e tanto per far qualcosa andarono ad aspettare Lauro al varco verso la Corsica, mentre lui volava verso l'isola d'Elba. Camions e motociclette della polizia perlustrarono la città per soffocare possibili dimostrazioni. Carabinieri e agenti investigatori in cerca dei foglietti illegali, perquisirono case priva– te - dopo avere letti quelli che erano caduti dal cielo, e qualcuno fra essi ne approvò il contenuto e ne conservò una copia come reliquia. Anche la macchina del partito si mise in movimento. Le occorsero quattro ore per sgranchirsi. A mezzanotte vi fu una "dimostrazione spontanea" di fedeltà fatta da gente mezzo assonnata che aveva dovuto levarsi dal letto. Volando su Roma per mezz'ora e riprendendo la via del ritorno sen– za essere disturbato, Lauro aveva clamorosamente dimostrato quanto fos,.. se inefficiente la decantata arma antiaerea fascista. Già nel luglio 1930 Gio– vanni Bassanesi e Gioacchino Dolci, partendo dalla Svizzera, avevano vola– to su Milano disseminando manifesti della organizzazione repubblicana so– cialista "Giustizia e Libertà," e gli aeroplani fascisti non si erano fatti vivi. Questa seconda sfìda li aveva trovati inetti allo stesso modo. Eppure, la intenzione di De Bosis era nota fìn da quando, nel luglio, aveva lascia– to in Corsica l'aeroplano e i manifesti. I giornali del 4 ottobre ricevettero l'ordine di non dedicare che due righe all'avvenimento e di non fare neanche il nome del colpevole. Disse– ro solamente che l'aeroplano da Roma si era diretto verso la Jugoslavia. In quel momento le relazioni colla Jugoslavia erano torbide e un po' di ca– lunnia "patriottica" veniva a proposito. Quella falsa notizia è interessante, perché dimostra che nessuno a Roma sapeva dove l'aeroplano fosse andato e che quindi non ha fondamento la voce che Lauro sia stato abbattuto dal– l'aviazione fascista. Un "trionfo" di questo genere sarebbe stato magni– ficato in tutti i toni se fosse realmente avvenuto. In Roma gli agenti fascisti, e fuori d'Italia i diplomatici del regime sparsero la voce che Lauro si godeva la vita sulla riviera francese, ma si 451 BiblotecaGino Bianco

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